Il Pdl difende Verdini: rispetto per Colle
ma no a ribaltone e governo tecnico

Denis Verdini, coordinatore del Pdl
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Sabato 4 Dicembre 2010, 13:12 - Ultimo aggiornamento: 9 Febbraio, 23:55
ROMA (4 dicembre) - Il giorno dopo la bufera sulle parole di Denis Vedini (Ce ne freghiamo del Colle), governo e istituzioni ribadiscono il rispetto verso le prerogative del presidente della Repubblica messe in discussione. Ma ci tengono a sottolineare che non accetteranno comunque n governi tecnici n ribaltoni.



Cicchitto: «Dobbiamo rispetto al Presidente, ma no ai ribaltoni».
Il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto, è intervenuto nella polemica con una nota: «Da parte nostra non viene e non verrà mai meno il rispetto che dobbiamo al presidente della Repubblica e alle sue prerogative - afferma dopo le parole pronunciate venerdì all'indirizzo del Quirinale dal coordinatore del partito Denis Verdini. «Il punto in discussione è un altro. Qualora il governo, come noi ci auguriamo e come è probabile perché la cifra della cosiddetta “quota 317” evocata dagli esponenti del terzo polo è solo sulla carta ed è sbandierata per influenzare gli incerti, ottenga la fiducia nei due rami del Parlamento ovviamente nulla quaestio».



«Evidentemente le cose sarebbero destinate a complicarsi qualora alla Camera passasse un voto di sfiducia». In quel caso, sottolinea Cicchitto «sarebbe evidentemente del tutto legittimo che noi sottoponessimo all'attenzione del capo dello Stato e dell'opinione pubblica alcune valutazioni di fondo. In primo luogo che non ci potrebbe essere governo tecnico “in re ipsa” perchè il Pdl e la Lega in quel caso non sarebbero disponibili e chiederebbero elezioni anticipate». «Si tratterebbe, allora -prosegue Cicchitto- di fare un governo del tutto politico fondato su un autentico ribaltone costituito dall'alleanza fra il terzo polo, il Pd ed eventualmente l'Italia del valori. Ma, oltre ad essere un ribaltone rispetto alle elezioni del 2008, questo governo vista l'eterogeneità delle forze non avrebbe nessuna base né politica né programmatica per affrontare alcun problema».



«Per questo, rendendosi conto del cul de sac in cui si sono cacciati con la loro improvvida presentazione della mozione di sfiducia, adesso Fini-Casini-Rutelli chiedono a Berlusconi il favore di dare le dimissioni prima del 14 dicembre,in modo da risolvere i loro problemi. Ovviamente - sottolinea Cicchitto - Berlusconi non farà questo favore al terzo polo e tanto meno alla sinistra». «Per queste ragioni politiche di fondo, nel più pieno rispetto delle prerogative del capo dello Stato, ma anche tenendo conto della sovranità degli elettori e delle posizioni di alcune forze politiche assai importanti quali il Pdl e la Lega, le uniche alternative possibili sono: o la tenuta del governo Berlusconi, con tutti gli arricchimenti programmatici anche derivanti dalle proposte delle forze sociali e con qualche disponibilità a prendere in considerazione le modifiche possibili e accettabili della seconda parte della Costituzione e della stessa legge elettorale, oppure - conclude Cicchitto - le elezioni anticipate».



Giovanardi: frase sul Colle sbagliata. «È già stato assolutamente chiarito da Verdini che l'espressione che ha usato poteva e doveva essere evitata. Detto questo voglio ricordare che le singole forze politiche hanno tutto il diritto di suggerire quale sia, a loro avviso, il miglior sbocco possibile dalla crisi». Così il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi ha commentato le parole del coordinatore del Pdl.



Matteoli: Presidente ligio al dettato costituzionale. «Non ho preoccupazioni da questo punto di vista»: il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli ha commentato così la polemica in corso. «In questi due anni e mezzo di governo Berlusconi - ha detto Matteoli - il Capo dello Stato è stato rigidissimo per quanto concerne le prerogative costituzionali. Non ricordo dei passaggi in cui non sia stato ligio al dettato costituzionale. Anche da presidente della Camera aveva dimostrato grande rigidità sui regolamenti parlamentari. Quindi anche da Capo dello Stato ha continuato a lavorare così».



Alemanno: rispetto per Napolitano. «Io penso che nei confronti del presidente della Repubblica bisogna avere sempre il massimo rispetto, anche perché Napolitano si è dimostrato sempre e in ogni occasione al di sopra delle parti ed equilibrato». Così il sindaco di Roma, Gianni Alemanno ha commentato le dichiarazioni di ieri di Denis Verdini. «Bisogna essere sempre molto attenti e non disinvolti, quando si parla di queste istituzioni - ha detto Alemanno - Anche se sono convinto che Verdini non avesse intenzione di offendere il capo dello Stato (è semplicemente stato disinvolto), dobbiamo essere tutti molto prudenti, perchè il presidente è il punto di riferimento ultimo della nostra Repubblica».



Calderoli: sbagliano sia Fini sia Verdini. «Due errori, nei confronti del Colle e della Costituzione»: il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, ha commentato così, parlando con gli interventi fatti venerdì da Gianfranco Fini e da Dennis Verdini. «Ha sbagliato Fini - ha spiegato Calderoli - a prevedere che non si andrà ad elezioni, travalicando le prerogative del Presidente della Repubblica e ha sbagliato Verdini a dire che le prerogative dei partiti possono travalicare quelle del Presidente». «Per fortuna - ha aggiunto - che il Presidente della Repubblica è Napolitano... Io credo che il 14 dicembre o ci saranno i voti per governare o l'unica alternativa è la richiesta, e sottolineo la richiesta, al Presidente Napolitano per andare al voto. Perché il potere di scioglimento delle Camere è solo suo». «Da qui al 14 - ha concluso - mi auguro che le sirene a favore della fiducia o della sfiducia, o del vitalizio parlamentare, cessino di assordarci».



Gasparri: certi saggezza del Colle. «Nessuno vuole forzare la mano al capo dello Stato. Anzi, proprio perchè abbiamo ben presente le sue prerogative costituzionali, siamo certi che anche questa volta avrà modo di analizzare la situazione che si verrà a creare dopo il 14 dicembre con la saggezza e l'equilibrio che gli sono propri». Lo afferma il capogruppo dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri. «Ma questo -aggiunge- non ci impedisce di fare delle considerazioni ovvie. Il governo Berlusconi e questa legislatura vanno avanti se si ottiene la fiducia a Senato e Camera. Qualora anche in un solo ramo del Parlamento ciò non dovesse accadere, dando spazio ad un no da ribaltone, tra l'altro avallato da chi con questa maggioranza e nel Pdl è stato eletto, sarebbe chiaro il sovvertimento della volontà popolare».



Enrico Letta: la destra ha preso la deriva eversiva. «L'attacco di Verdini di ieri a Napolitano - dice Enrico Letta, vicesegretario del Pd - gli insulti sguaiati e da respingere in toto di Gasparri ora a Ciampi, al quale riconfermiamo riconoscenza ed esprimiamo solidarietà. La destra ha preso la strada della rottura istituzionale, alla faccia di chi pensa di poter dar comunque continuità all'esperienza di questo centrodestra. Berlusconi dica se è d'accordo o meno con le parole dei suoi massimi dirigenti. Noi impediremo con tutti i mezzi la deriva eversiva che gli attacchi di Verdini e Gasparri fanno prevedere».



Belisario: gravissima intimidazione a Napolitano. «Se qualcuno ancora nutriva qualche dubbio - dice il capogruppo dell'Idv Senato, Felice Belisario - sul fatto che il Pdl se ne frega di tutto e non ha alcun rispetto per le istituzioni e le regole, ci ha pensato il plurindagato Denis Verdini a ribadire in maniera inequivocabile come stanno le cose. Le sue inqualificabili parole da agitatore di piazza rappresentano una intimidazione gravissima alla più alta carica dello Stato. Quello di Verdini rappresenta solo l'ultimo colpo scagliato dal Pdl contro l'architettura istituzionale della nostra Repubblica. L'opera di demolizione è infatti partita molto prima e da molto più in alto, e cioè direttamente da Silvio Berlusconi, che degli attacchi al capo dello Stato, alla Costituzione, alla Corte costituzionale, alla magistratura ha fatto una costante da quando è sceso in politica. È lui che dirige l'orchestra, gli altri, i Verdini di turno, seguono solo lospartito. Uno spettacolo indecente, ma ci si può consolare pensando che per fortuna è ormai arrivato all'ultimo atto».



Cesa: da Verdini parole fuori luogo. «Le prerogative del capo dello Stato sono chiare, le parole usate dall'on. Verdini sono parole fuori luogo - ha detto il segretario nazionale dell'Udc, Lorenzo Cesa - Dobbiamo ringraziare il Signore che ci ha donato un capo dello Stato come questo che difende con forza l'onorabilità del nostro Paese e difende le istituzioni dello Stato: noi continueremo a difendere sempre il capo dello Stato».



Camusso: i tentati strappi istituzionali fanno male al Paese. Le parole del coordinatore del Pdl Denis Verdini sulle prerogative del Capo dello Stato, secondo la leader della Cgil Susanna Camusso, sono «sbagliate, inappropriate». La Camusso, a margine di un convegno a Pompei (Napoli), ha sottolineato che «come sempre bisogna avere un grande rispetto per la Costituzione e per le funzioni e le responsabilità del presidente della Repubblica». «Questa continua logica di tentare degli strappi istituzionali - ha aggiunto la Camusso - è una delle cose che fa più male al Paese. Le responsabilità del Capo dello Stato sono scritte nella Carta costituzionale: bisogna lasciare che le eserciti senza pensare di fare pressioni».
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