Pdl, Bocchino: marginalizzato per giudizi
su premier. Anche lui ha contratti in Rai

Italo Bocchino e Gianfranco Fini
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Domenica 2 Maggio 2010, 14:55 - Ultimo aggiornamento: 30 Maggio, 23:42
ROMA (2 maggio) - I contratti pi importanti della Rai vanno a Silvio Berlusconi e ai suoi figli, proprietari della Endemol. Ma non lo trovo scandaloso: la Endemol una grande societ che fa produzione, ricchezza e audience. Cos a SkyTg24 Italo Bocchino, ex vice presidente finiano del gruppo Pdl alla Camera, finito in prima pagina sul Giornale per il contratto di produzione assegnato dalla Rai alla moglie dal titolo I soldi Rai alla moglie di Bocchino.



«Quello che troverei scandaloso - sottolinea Bocchino - sarebbero scelte al di fuori della normativa vigente». «Se vogliamo fare un codice etico per cui con la Rai non possono avere nulla a che fare i parenti fino al sesto grado di chi siede in Parlamento, io - dice Bocchino sarei d'accordissimo: però il maggior colpito sarebbe Berlusconi, che è il maggior beneficiario insieme ai sui figli».



Per quanto riguarda la moglie Gabriella Buontempo, Bocchino ricorda che quando l'ha conosciuta già lavorava con la Rai e che nell'articolo del Giornale «non c'è nessuna accusa, si dice che fa la produttirce, lo bene e a prezzi di mercato». Riguardo agli articoli del giornale della famiglia Berlusconi non solo su sua moglie ma anche sulla suocera di Gianfranco Fini, il giudizio di Bocchino è netto: «È solo spazzatura, sono non notizie che servono a bastonare chi dissente nel Pdl».



«È vero che mia moglie ha contratti con la Rai
per diversi milioni, in quanto titolare di una società che produce fiction, vendendole anche alla Tv pubblica. Fanno altrettanto le società della famiglia Berlusconi, che sono infatti i primi fornitori della Rai» dice Bocchino. «Mia moglie - spiega l'esponente del Pdl - fa quello di mestiere, e i prezzi indicati dall'articolo sono quelli di mercato. Ricordo che l'ho conosciuta nel '93, e che lei già nel '90 aveva prodotto due documentari firmati da registi importanti per la Rai, in occasione dei Mondiali di calcio».



«Marginalizzato per giudizi Berlusconi».
«Il ruolo di un grande partito - aggiunge Bocchino - è quello di un esercizio serio della democrazia interna che non può portare alla marginalizzazione di un dirigente politico al quale non vengono addebitati errori nella conduzione del gruppo parlamentare, ma vengono addebitati giudizi non soddisfacenti verso il leader del partito». «La nostra - ribadisce Bocchino - è una scelta politica e andiamo avanti con la nostra battaglia che è interna al partito che vogliamo più forte, più democratico, più partecipato e più attento sui temi trascurati in questi anni».



«La politica deve essere trasparente, mettiamo subito all'ordine del giorno il ddl anticorruzione e, con un voto bipartisan, approviamolo il prima possibile» afferma Bocchino che ha ricordato come dal sito di Generazione Italia sia partita, nei giorni scorsi, la richiesta di tempi rapidi per il ddl anticorruzione, approvato dal Cdm agli inizi di marzo, e per l'esponente del Pdl il via libera al provvedimento deve essere «una priorità» per il Popolo delle Libertà: «È una priorità e questo deve fare un partito serio».



Bocchino spiega poi qual è la posizione dei finiani sulle riforme. «Noi - ha detto - dobbiamo affrontare le riforme economiche e sociali e non dobbiamo fermarci a dire al paese che vogliamo fare la riforma della Costituzione e della giustizia».



Le reazioni alle parole di Bocchino. «E' come dr Jackyll e Mr Hide» dice il vice presidente dei deputati del Pdl Osvaldo Napoli, «riscrive l'agenda del governo e liquida le riforme della Costituzione e della giustizia come marginali» lui che fino all'altro giorno «condivideva quella stessa agenda e le difendeva nel confronto politico». Bocchino «ricordi che le imposizioni e i diktat appartengono ad altre storie politiche e non a quella del Pdl» afferma Elisabetta Casellati, sottosegretario alla Giustizia criticando il fatto che Bocchino voglia «riscrivere l'agenda politica del Pdl». Basta con le «meschine scaramucce da cortile, si elevi di tono e di contenuto» afferma il coordinatore del Pdl Sandro Bondi.



Bocchino parla di «reazioni scomposte» alle sue parole. «È stato il presidente Berlusconi per primo a dire in ufficio di presidenza che gli italiani sono più interessati alla riforma del fisco che a quelle costituzionali o della giustizia - ha detto - Ciò non toglie che dobbiamo farle tutte, essendo parte del programma elettorale col quale ci siamo impegnati dinanzi agli italiani». «Quanto alla Endemol - precisa Bocchino - ho detto con chiarezza che è una grande società che produce ricchezza e audience e che non trovo scandaloso che lavori per la Rai pur se di proprietà della famiglia Berlusconi, così come non deve creare scandalo il lavoro di mia moglie che produce per la Rai da vent'anni e che è stata linciata dal giornale della famiglia del premier».



La Russa lancia "La nostra destra" nel Pdl. Il ministro della Difesa Ignazio la Russa oggi a Milano ha riunito nel Centro congressi della Provincia i quadri ex Alleanza nazionale, parlamentari, consiglieri regionali, e comunali della Lombardia, per lanciare l'aera «La Nostra destra all'interno del PdL». Non è una corrente, ma una nuova area del Pdl che ambisce a diventare «un polo culturale» forte, di riferimento per tutti gli ex An nell'ambito di quelle che definisce «le colonne d'Ercole» del Partito delle Libertà.



«Credo che la posizione politica e culturale della destra debba essere rivendicata e sostenuta e utilizzata anche ai fini della ricerca del consenso - ha detto La Russa davanti ai quadri, tutti rigorosamente ex Alleanza nazionale - Ecco perché oggi con maggiore chiarezza, salutando la posizione del presidente Fini, che è assolutamente lecita ma che sicuramente non rispecchia le posizioni della "nostra" destra, oggi nasce la posizione politica e culturale della destra all'interno del PdL, rispettosa delle decisioni degli organi statutari ma orgogliosa di rappresentare una storia, una posizione politica, una cultura, una prospettiva per il futuro».



«Non siamo fotocopia Lega, An originale». «Sui temi della sicurezza, del contrasto all'immigrazione clandestina non siamo noi la fotocopia della Lega. E la Lega è diventata l'originale, perchè quell'originale, che era Alleanza nazionale, è stato in qualche modo nascosto nel cassetto: ora dobbiamo tirare fuori quel documento autentico che è in nostro possesso, mandarlo in giro, sul territorio, tra la gente».



«Su questi temi faremo una competizione leale con la Lega - ha spiegato La Russa - mai con la bava alla bocca, su posizioni chiare che difendano prima di tutto l'unità nazionale, il giusto diritto degli italiani a vedere governata una immigrazione che quando è clandestina diventa inaccettabile».



La «Nostra destra» ha spiegato La Russa - erano presenti tra gli altri il sottosegretario alla Difesa, Alfredo Mantica, quello allo Sviluppo economico, Stefano Saglia, la parlamentare Viviana Beccalossi, il vicesindaco Riccardo De Corato, nonché consiglieri regionali e amministratori lombardi - «solo temporalmente nasce a Milano, ma è una identità che c'è già esiste ed è forte all'interno del PdL, è quel filone che era An dal quale si è distaccato Fini ed altri, lecitamente e con posizioni molto precise. La «Nostra destra» non vuole annegare in un'area indistinta, vuole rimanere la destra: non voglio più sentir parlare all'interno del Pdl di ex Forza Italia ed Ex An, ma invece è giusto che dire che dentro il partito così come vi è una tradizione socialista, una cattolica, persino una radicale, vi è una forte presenza di destra».



«Fini ha sbagliato? Non ci interessa dire chi ha ragione e chi ha sbagliato: dico che personalmente con grande sacrificio e amarezza ho dovuto rilevare che fosse giusta una strada diversa, quella di rimanere nel Pdl» ha detto il ministro della Difesa a Milano. «La strada - ha detto La Russa - è di far crescere il Pdl, di migliorarlo, e di non aprire una crisi che fa piacere solo alla sinistra in un momento in cui vinciamo tutte le elezioni, in un momento in cui stiamo costruendo un partito nuovo che Fini e Berlusconi hanno voluto insieme».



La Russa ha spiegato di auspicare un destra «rispettosa della nostra storia, della cultura e della nostra tradizione, ma nel contempo una destra che sa interpretare anche la realtà di oggi, quindi una destra moderna come quella che abbiamo voluto a Fiuggi. Ma un destra che non rifugga dalla sensibilità che gli uomini di destra hanno sempre portato nella politica».



Alla domanda se ci fosse febbre nel Pdl La Russa ha risposto
: «non c'è febbre, c'è solo un po' di amarezza almeno da parte nostra, da parte di chi ha una storia in An perchè quello che è successo poteva facilmente essere evitato. Non c'erano ragioni profonde, non si viene da una sconfitta, anzi si viene da una innumerevole serie di successi elettorali, da un solo anno di vita del Pdl. Credo che se non ci fosse stato lo spauracchio, l'annuncio da parte di Fini di voler creare gruppi autonomi e quindi di aprire la strada alla secessione si sarebbe potuto arrivare a soluzioni completamente diverse e noi stessi avremmo assunto atteggiamenti diversi».
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