Rogo del Ballarin: Samb
e Comune non dovranno
risarcire il Ministero

La commemorazione delle vittime rogo Ballarin
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Giovedì 15 Gennaio 2015, 13:17 - Ultimo aggiornamento: 16:31
SAN BENEDETTO Nuova puntata giudiziaria sul rogo dello stadio Ballarin. Il Comune e la Sambenedettese Calcio non dovranno rimborsare il ministero dell'Interno della somma di 4milioni e 250mila euro. Lo ha stabilito la Corte di appello di Ancona, che ha rigettato il ricorso alla sentenza di primo grado intentato dal ministero dell'Interno. Il processo di secondo grado si tenne ad Ancona all'inizio dell'estate 2014, ma solo ai primi di questa settimana è stata pubblicata la sentenza. Comparvero di fronte ai giudici il Comune difeso dall'avvocato Marina Di Concetto, l'allora presidente della Samb Ferruccio Zoboletti assistito dal legale Nicoletta Broggi, oltre a dieci supporter della squadra Rossoblù in qualche modo coinvolti nell'incendio.





Nel caso di condanna, il Comune avrebbe dovuto sborsare un milione e 800mila euro circa, considerando la rivalutazione. I togati hanno dunque riconosciuto le ragioni degli avvocati, confermando la sentenza di primo grado. Il ministero è stato inoltre condannato a versare a ciascuno dei soggetti implicati 13mila e 560 euro, a titolo di rimborso per le spese sostenute. Tutto era cominciato il 7 giugno 1981 allo allo stadio Ballarin, prima dell'incontro di calcio tra la Sambenedettese e il Matera. Nella curva Sud si sviluppò un incendio per la combustione di fumogeni che appiccarono il fuoco a circa 60 sacchi di festoni e coriandoli, portati sulla gradinata dalla tifoseria Rossoblù per festeggiare la promozione della squadra in serie B. Un quarto d’ora di panico, poi le fiamme furono domate mentre i feriti venivano trasportati in ospedale con ogni mezzo. Due donne erano diventate torce umane, alcuni cercavano di sfuggire alle fiamme buttandosi oltre il filo spinato, verso il rettangolo di gioco.





Tredici persone rimasero gravemente ustionate. Per loro fu necessario il trasferimento nei centri specializzati. Alcuni a Roma, altri a Cesena, Padova e Brindisi. Due ragazze persero la vita: Maria Teresa Napoleoni, 23 anni, deceduta il 13 giugno 1981, e Carla Bisirri, 21 anni, spirata il 17 giugno. Entrambe morirono nel Centro Grandi Ustionati dell'ospedale Sant'Eugenio di Roma dove erano state ricoverate con ustioni di I, II e III grado. Il bilancio finale del rogo del Ballarin fu di due morti, 64 ustionati e un centinaio di feriti. Nel marzo del 1989 il Tribunale di Ascoli condannò a pene diverse 14 persone. Venne loro addebitato l'omicidio e il delitto colposo, dichiarando anche responsabili civili il Comune e la Sambenedettese. Nelle cause civili che ne seguirono fu chiamato in causa il ministero dell'Interno come amministrazione da cui dipendeva il funzionario di Polizia responsabile dell'ordine pubblico.





Il ministero, a seguito di un accordo raggiunto con i danneggiati dall'incendio e le famiglie delle due vittime, sborsò nel 1999 circa 8miliardi e mezzo di lire, poi invitò il Comune e gli altri soggetti ritenuti civilmente coinvolti a restituire le somme. Nel 2010 il tribunale di Ancona respinse l'istanza del ministero, ribadendo il pronunciamento in secondo grado. Non è da escludere che il dicastero romano ricorra in Cassazione.