"Un atto d'amore per Israele", un libro dopo il terribile attacco di Hamas del 7 ottobre

Edito da The Skill Press

Un atto d'amore per Israele, il libro di Andrea Camaiora dopo il terribile attacco di Hamas del 7 ottobre
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Sabato 24 Febbraio 2024, 22:17 - Ultimo aggiornamento: 22:18

Andrea Camaiora giornalista, saggista, Ceo & founder di The Skill, grida – se così possiamo dire – il suo omaggio, anzi il suo atto d’amore per Israele, vittima di un proditorio attacco terroristico, quello sferrato da Hamas il 7 ottobre, con la scia di lutti, massacri, distruzione, e una tragica sequela di cui non si vede ancora la fine. Nel libro “Un atto d'amore per Israele” c’è anzitutto l’omaggio personale dell’autore che si schiera dalla parte di Israele, senza se e senza ma, e deplora e rigetta tutti i contorsionismi di chi solidarizza ma.., di chi condanna Hamas però…, di chi insomma sull’aggressione a Israele - frutto anche della negazione a quel Paese democratico dello stesso diritto all’esistenza- costruisce spiegazioni complesse.

Scrivendo questo libro, Camaiora ha avuto anche la buona idea di andare a cercare i discorsi e i messaggi che due grandi Papi, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI (l’assenza dell’attuale Pontefice non sembra casuale) hanno pronunciato e/ o indirizzato alle comunità ebraiche di Roma, della Germania (Colonia e Berlino) e d’America, in un arco temporale che va dal 1986 al 2011.

Ma sono citati anche altri Pontefici, Giovanni XIII, evocato dal rabbino Elio Toaff per un suo cordiale gesto verso gli ebrei ( di cui diremo) e Pio XII, che fu bersaglio di infamanti quanto ingiuste accuse di non aver aiutato gli ebrei o addirittura di collusione con il Terzo Reich, accuse di cui è stata dimostrata l’infondatezza. I due Pontefici, nei loro discorsi e messaggi naturalmente non trattano l’aspetto politico in senso stretto ma vanno alla radice dell’antisemitismo e del razzismo e ai motivi che per secoli hanno visto la stessa Chiesa Cattolica guardare con sospetto, se non con ostilità, gli ebrei, considerati deicidi ( la famosa preghiera per i ‘’perfidi giudei’’).

La svolta, la discontinuità nei rapporti tra Chiesa cattolica ed ebraismo, tra ebrei e cattolici, e nella percezione del popolo ebraico da parte del popolo cattolico, è venuta con il Concilio, con il famoso documento Nostra Aetate. Facendo riferimento a questa carta fondamentale, diventata poi terreno di nuova consapevolezza da parte cattolica dei nuovi rapporti con gli ebrei, i due pontefici hanno sottolineato alcuni punti irrinunciabili, quasi di non ritorno sula strada della lotta a ogni forma di antisemitismo.

Gli insegnamenti dei Papi. Parole inequivocabili e definitive di Giovanni Paolo II sugli ebrei L’incontro che Giovanni Paolo II fece alla Comunità ebraica di Roma nel 1986 – la prima volta, sottolineò poi Benedetto XVI, di un cristiano e di un papa in visita alla Sinagoga – fu molto cordiale e commovente. Papa Wojtyla ricordò alcuni gesti di amicizia e vicinanza degli ebrei romani, che avevano partecipato in piazza san Pietro nella notte di veglia che precedette la morte di papa Giovanni; la presenza di ebrei alle numerose udienze pontificie negli anni passati; quella volta, ricordata dal rabbino Toaff nel suo saluto, in cui papa Giovanni fece fermare l’auto sulla quale era a bordo mentre passava davanti alla Sinagoga, ne scese e benedì gli ebrei che uscivano dal Tempio.

Dalle parole di questi due grandi Pontefici – Giovanni Paolo II e Benedetto XVI – vengono chiari messaggi definitivi di condanna dell’antisemitismo e di speranza crescente nel cammino di riconciliazione tra ebrei e cristiani, superando antichi rancori e pregiudizi. Ma viene anche con altrettanta chiarezza una esortazione a tenere viva la memoria di ciò che è stato, dei crimini commessi contro l’umanità perpetrati con il genocidio e i massacri. Che purtroppo continuano ancora oggi, disprezzando la vita umana, negando il diritto di Israele ad esistere, nel buio totale della ragione e sotto la spinta dell’odio feroce senza confini. libro Per Israele è un importante contributo a tenere viva la memoria e a tenere sveglia la coscienza su ciò che accade ogni giorno in Medio Oriente e in altri luoghi di guerra e di morte che ci sono nel mondo.

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