Glenn Cooper torna con "La verità di Maria": «Una papessa è l'ultimo tabù della Chiesa»

Glenn Cooper torna con "La verità di Maria": «Una papessa è l'ultimo tabù della Chiesa»
di Riccardo De Palo
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Sabato 21 Ottobre 2023, 12:08

Cosa succederebbe se venisse trovato e autenticato un nuovo Vangelo, in cui Maria Maddalena assume il ruolo di apostolo, diventa moglie di Pietro e arriva a succedergli come papessa? È questa la domanda alla base del nuovo thriller di Glenn Cooper, La verità di Maria (ed. Nord), sesto romanzo con protagonista Cal Donovan, in tutte le librerie da martedì prossimo. Un fenomeno da oltre 3,5 milioni di copie, soltanto in Italia. Papa Celestino è morto in un attentato, e al suo posto i cardinali eleggono il primo pontefice americano, Giovanni XXIV. La sua prima proposta è rivoluzionaria: perché non nominare una capacissima suora del suo seguito, Elisabetta, come prossimo segretario di Stato? «Papa Francesco è un personaggio interessante, che certamente ha fornito le basi per il mio Celestino», dice via zoom lo scrittore americano, 70 anni, dall'elegante studio della sua casa nei pressi di Boston, mentre ogni tanto fa capolino il suo cane bianco, che i fan hanno battezzato Dante Alighieri. «Tuttavia non posso immaginare Francesco spingersi così lontano, come i miei papi».


Quanto deve a Dan Brown?
«Non ho potuto ignorarlo, lui è il pioniere del thriller vaticano. Ma credo di avere scritto libri diversi dai suoi».


Quanto c'è di Robert Langdon del Codice da Vinci, nel suo Cal Donovan?
«Sono entrambi professori di Harvard. Ma, grattando oltre la superficie, Cal Donovan è un personaggio molto complesso, non è una semplice trovata per far procedere l'azione. È una persona reale: per crearlo ho attinto alla mia stessa esperienza come studente».


Ha visto le serie tv di Sorrentino, "The Young Pope" e "The New Pope"?
«Amo i suoi lavori e credo che sia uno dei migliori registi di film e tv in circolazione. Visualmente lo trovo splendido, anche se nella seconda serie il personaggio interpretato da John Malkovich era un po' sopra le righe. Ho visto tutto quello che ha fatto, comprese le opere più bizzarre e folli».


Perché l'idea di un Vangelo di Maria Maddalena è così rivoluzionaria?
«Perché comporterebbe la necessità di confrontarsi con delle nuove verità. La Chiesa dovrebbe rivedere interamente la sua millenaria tradizione. A quel punto, come si fa non prendere in considerazione le donne sacerdote?».


Potrebbe esistere un Vangelo come quello?
«Sappiamo che esiste, perché metà del testo è già stato trovato. Ciò che ho fatto è stato soltanto immaginare la parte mancante. Che apre uno squarcio di luce su chi era Maria e su quali basi si fondò la Chiesa di Pietro. Sappiamo dai frammenti non canonici che a lei fu proposto un ruolo assieme al più potente degli apostoli. A dire il vero, Maria Maddalena ha comunque un posto rilevante anche nei vangeli ufficiali: è la sola persona presente al momento della crocifissione e della risurrezione. Soltanto alla fine del sesto secolo la narrazione cambiò, quando papa Gregorio I disse che si trattava di una prostituta. Ma la sua fu una totale invenzione. Qualunque fosse l'intenzione di Gregorio, di fatto diminuì il suo ruolo tra gli apostoli e quello delle donne nella chiesa. Forse l'ordinazione femminile non era abbastanza popolare».


La Chiesa è l'unico ambito in cui le donne sono ancora tagliate fuori da posti di potere?
«Non solo la Chiesa cattolica romana, ma anche quella ortodossa greca, l'intera struttura religiosa dell'Islam.

Lo stesso sinodo vaticano continua a evitare questi temi controversi».


Se più donne fossero al potere il mondo sarebbe un posto migliore?
«Non credo che ci sia alcun dubbio al riguardo».


Ha fatto molta ricerca?
«Eccome. Sia per la storia della Chiesa, che per il ruolo delle donne, i testi canonici, il contesto. Trovare un frammento di papiro nel cartonnage di una maschera, per esempio. È un espediente narrativo che racconta una tecnica molto simile a quella dell'antico Egitto».


Farà avere una copia del suo libro a papa Francesco?
(Ride) «Sarei molto felice se lo leggesse, ma tendo a dubitare che possa accadere».


Lei sembra comunque conoscere molto bene l'ambiente del Vaticano.
«Sì è così. Si tratta di una delle piccole nazioni più interessanti del mondo. Il Vaticano è come un piccolo oceano in cui tu puoi intravedere le cose che avvengono, ma sotto la superficie c'è qualcosa di molto diverso, una cultura unica».


Ma in Vaticano la politica prevale sulla religione?
«Credo ci siano poche persone che possono non essere d'accordo con questa frase. Ogni organizzazione fa politica, e magari la religione funge da collante per tenere tutto insieme».


Cosa pensa delle guerre in Medio Oriente e in Ucraina? Se ci fossero più donne al potere, ci sarebbero meno conflitti?
«Non so se sarebbero pari a zero, ma il mondo sarebbe sicuramente un luogo più piacevole. Il testosterone è la droga più pericolosa del mondo».


Lei ha moltissimi lettori in Italia.
«I miei libri hanno più risonanza nel vostro paese che nel resto del mondo, è vero. E questo perché c'è una connessione, c'è mutua ammirazione. L'Italia è il mio miglior mercato, davanti a Spagna, Francia e Stati Uniti».


Continuerà a scrivere di Cal Donovan, «l'uomo che sussurra ai papi»?
«Il prossimo libro è già pronto, e uscirà all'inizio della prossima estate. Per l'occasione, tornerò in Italia».

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