Succede quindi che il crollo del muro diplomatico tra Cuba e l'America stia dividendo proprio loro, quelle che erano le voci del dissenso cubano da terra statunitense. In realtà, spiegano i giovani, le nuove generazioni di transfughi hanno raggiunto Miami non in opposizione al regime, ma per costruirsi una vita migliore. Fino a due o tre decenni prima, la fuga invece era l'unico modo per opporsi politicamente a un regime molto più rigido di quello di adesso. Per questo i vecchi immigrati, più intransigenti, anticastristi convinti, stanno già sfilando con i cartelli di protesta, mentre per loro, i giovani, si apre finalmente la possibilità di viaggiare a Cuba e di tornare a Miami senza più paura. E quindi festeggiano con un atteggiamento opposto.
Se una parte degli esuli giovani sta già programmando il viaggio all'Avana, la protesta degli anticastristi comunque non si placa. Sono pronti a nuove manifestazioni, con cartelli che inneggiano contro "Castro assassino" e le bandiere cubane ("la nostra è la più bella del mondo, ora è stata profanata") ben in vista.