A Miami i giovani esuli contro gli anziani: «Non vediamo l'ora di tornare a Cuba»

A Miami i giovani esuli contro gli anziani: «Non vediamo l'ora di tornare a Cuba»
di Emanuela Fontana
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Giovedì 18 Dicembre 2014, 14:14 - Ultimo aggiornamento: 22:22
Il ristorante Versailles della Piccola Avana a Miami non è solo il rifugio di anticastristi delusi dallo storico avvicinamento tra Cuba e gli Stati Uniti. Gli esuli più anziani continuano a ripetere che Obama è "un codardo" e che fidarsi dei Castro è una rovina. Ma i figli degli esuli, invece, prima appartati poi più allo scoperto, non resistono ad esultare. Per esempio gli stessi ragazzi che lavorano nel locale: "Davvero posso tornare a Cuba quando voglio?". "Finalmente possiamo vivere in pace", commentano con i giornalisti venuti a sentire gli umori degli esuli in terra americana.

Succede quindi che il crollo del muro diplomatico tra Cuba e l'America stia dividendo proprio loro, quelle che erano le voci del dissenso cubano da terra statunitense. In realtà, spiegano i giovani, le nuove generazioni di transfughi hanno raggiunto Miami non in opposizione al regime, ma per costruirsi una vita migliore. Fino a due o tre decenni prima, la fuga invece era l'unico modo per opporsi politicamente a un regime molto più rigido di quello di adesso. Per questo i vecchi immigrati, più intransigenti, anticastristi convinti, stanno già sfilando con i cartelli di protesta, mentre per loro, i giovani, si apre finalmente la possibilità di viaggiare a Cuba e di tornare a Miami senza più paura. E quindi festeggiano con un atteggiamento opposto.

Se una parte degli esuli giovani sta già programmando il viaggio all'Avana, la protesta degli anticastristi comunque non si placa. Sono pronti a nuove manifestazioni, con cartelli che inneggiano contro "Castro assassino" e le bandiere cubane ("la nostra è la più bella del mondo, ora è stata profanata") ben in vista.