“Tutti sanno ciò che va fatto. Basta accettarlo e metterlo in pratica, al di là della stanchezza che alberga in ognuno di noi. Ormai tra il 70 e l’80% dei casi è da variante, non possiamo abbassare l’attenzione”. Il giorno del rientro in presenza lampo - due giorni appena - per asili, primarie e secondarie di primo grado, Angelo Carai, il coordinatore del Toc scuola, l’équipe creata dalla Asl per gestire l’epidemia tra alunni e docenti, torna a ribadire quanto il rispetto delle regole sia il primo argine contro la diffusione del Covid-19.
“Alcuni – sottolinea – evitano di sottoporsi e di sottoporre i propri figli al tampone per paura della quarantena. Altri, se proprio si convincono a farlo, si rivolgono a farmacie e centri privati pensando così di riuscire a non essere 'schedati' in caso di positività”. Poi, ci sono le feste di compleanno a cui una parte delle mamme non sa rinunciare. Oppure casi limite come quelli di una donna contagiata la cui figlia, anziché restare in isolamento in quanto contatto stretto, ha continuato a giocare con gli amici. E ci sono ancora alcune scuole convinte che l’essere in didattica a distanza non comporti una tempestiva comunicazione dei casi di positività alla Asl. “Ma proprio perché al di là della Dad esistono altri momenti di socializzazione, e quindi di rischio, intervenire isolando subito i contagi è - rimarca - fondamentale per frenare la diffusione del virus”.
Una diffusione che viaggia ben più rapida rispetto ai primi mesi della pandemia, considerando che gli esperti dell’azienda sanitaria hanno rilevato che la maggioranza dei nuovi casi è da variante (inglese, soprattutto).
“Ribadisco – conclude Carai – che la collaborazione dei genitori è cruciale. Se un bimbo non sta bene o è contatto di caso, non va mandato a scuola. Nel dubbio, consultate il vostro medico o noi della Asl. E ricordo che tutte le positività ormai vanno considerate come varianti, quindi la quarantena è di 14 giorni al termine della quale è obbligatorio il tampone molecolare”.