Il Vaticano stamattina ha diffuso il testo del messaggio per la giornata del migrante e del rifugiato in cui si riassumono gli interventi fatti in questi anni di pontificato, e anche si fa presente che esiste un giustificato timore verso «gli altri, gli sconosciuti, gli emarginati, i forestieri», di fronte all’arrivo di tanti migranti e rifugiati che bussano alla porta in cerca di protezione, di sicurezza e di un futuro migliore, non si può far finta di niente. Il Papa chiede di non essere condizionati dal main stream che marchia il migrante come una sorta di nemico a prescindere.
«Il problema è quando questi condizionano il nostro modo di pensare e di agire al punto da renderci intolleranti, chiusi, forse anche – senza accorgercene – razzisti. E così la paura ci priva del desiderio e della capacità di incontrare l’altro, la persona diversa da me». Poi la denuncia di una deriva pericolosa: il mondo odierno è ogni giorno più elitista e crudele con gli esclusi. I Paesi in via di sviluppo continuano ad essere depauperati delle loro migliori risorse naturali e umane a beneficio di pochi mercati privilegiati. Le guerre interessano solo alcune regioni del mondo, ma le armi per farle vengono prodotte e vendute in altre regioni, le quali poi non vogliono farsi carico dei rifugiati prodotti da tali conflitti. Chi ne fa le spese sono sempre i piccoli, i poveri, i più vulnerabili, ai quali si impedisce di sedersi a tavola e si lasciano le briciole del banchetto. E così lo sviluppo esclusivista rende i ricchi più ricchi e i poveri più poveri».
L’atteggiamento nei confronti dei migranti rappresenta un «campanello di allarme che avvisa del declino morale a cui si va incontro se si continua a concedere terreno alla cultura dello scarto».
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