Caso Prospero, genitori senza pace: «Indagate sul mistero di quella porta»

Le indagini dopo il ritrovamento del cadavere di Andrea Prospero
di Egle Priolo
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mercoledì 21 maggio 2025, 07:00
PERUGIA - A quasi quattro mesi dalla morte di Andrea Prospero, lo studente di Lanciano trovato morto in un monolocale di via del Prospetto il 29 gennaio, la procura di Perugia si avvia verso la chiusura delle indagini. E probabilmente verso il giudizio immediato nei confronti del 18enne romano E.V., accusato di istigazione al suicidio e ai domiciliari da marzo, e del coetaneo di Afragola, I.R., a cui si contesta lo spaccio di ossicodone che ha contribuito ad uccidere Andrea in un mix con le benzodiazepine. E c’è attesa per l’ultima informativa della polizia postale (che indaga insieme alla squadra mobile) per ricostruire quella rete di truffe informatiche e vendita di ricette, medicinali e droghe online a cui avrebbe preso parte anche il 19enne, insieme a vari personaggi conosciuti su Telegram che per la famiglia dello studente di Informatica gli avrebbero messo a disposizione sia l’appartamento a 150 metri dalla sua stanza nello studentato che i telefoni e le sim trovati accanto al cadavere, visto che dai suoi conti non mancherebbe un centesimo. 
E anche di questo hanno parlato ieri papà Michele e mamma Teresa arrivati a Perugia per portare alcune cose alla figlia Anna e per incontrare Annamaria Greco, il sostituto procuratore a cui è stato coassegnato (con il capo Raffaele Cantone) il fascicolo sulla morte di Andrea dopo il recente pensionamento dell’aggiunto Giuseppe Petrazzini. Al magistrato, accompagnati dai loro avvocati Francesco Mangano e Carlo Pacelli, i genitori dello studente hanno chiesto un ulteriore «sforzo investigativo» per accertare - come ipotizzano loro - se Andrea in quell’appartamento fosse davvero solo. «Nostro figlio era un abitudinario - ha spiegato Michele Prospero -, chiudeva sempre la porta a chiave. Perché, se era anche solo, quella dell’appartamento è stata trovata non chiusa?». Altre perplessità dopo aver in qualche modo incamerato l’ipotesi del suicidio, seppur nato da un’istigazione. E i familiari questa risposta la aspettano da E.V., noto ad Andrea come Valemno, essendo stato l’ultimo a parlare con lo studente e ad averlo visto vivo nell’ultimo video inviato in chat prima di morire e poi cancellato. Ma qualcun altro ha avuto modo di vederlo e scaricarlo prima dell’eliminazione?
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