Covid, obblighi e restrizioni: oltre 130 medici e infermieri aggrediti

di Fabio Nucci
4 Minuti di Lettura
Giovedì 3 Febbraio 2022, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 8 Febbraio, 16:52

PERUGIA Prosegue la flessione della curva epidemica che in una settimana ha visto la media mobile scendere da 2mila a 1.670 casi medi giornalieri. Parallelamente restano sull’ottovolante i dati ospedalieri, in salita per il sesto giorno consecutivo le degenze ordinarie, in calo le critiche con una saturazione scesa al 7,1%. Intanto, mentre nel ternano circa 2mila assistiti sono rimasti senza medico di medicina generale, causa sospensione legata all’obbligo vaccinale, l’assessore regionale Luca Coletto ha posto l’accento sul fenomeno delle aggressioni in sanità. Un fenomeno che in due anni ha visto oltre 130 segnalazioni.
Il quadro epidemico regionale sembra incanalato verso una fase di arretramento dei contagi, anche se resta consistente il numero dei casi giornalieri, ieri 1.827 nuovi casi, così come resta elevato il totale dei casi attivi: 22.341, 358 in più in una giornata per effetto di una minor quantità di guariti (1.466). La lenta ritirata del virus è corroborata da dati ospedalieri sotto controllo, con 219 pazienti in area medica (+4) e 9 in intensiva (-1, ma con un ingresso a reparto) con la saturazione al 33 e al 7,1%. Nell’ultima giornata, segnalati altri tre decessi, a Gubbio, Narni e Terni, con la curva (letta tramite i casi settimanali) da tre giorni ferma a 29. L’incidenza per 100mila abitanti è scesa a 1.350,5 casi e ora solo 6 comuni presentano un dato superiore a 2mila. Tra le città più grandi Umbertide, Città di Castello e Gualdo Tadino hanno i valori maggiori (tra 1.600 e 1.900).
Il ridimensionamento della quinta ondata non ha tuttavia ridotto le tensioni tra gli assistiti della sanità con la Regione che ha rivolto un invito ai sanitari a segnalare aggressioni, verbali o fisiche, ricevute durante la loro attività. Lo ha ribadito l'assessore Coletto, a seguito degli episodi di pressioni subite e rese note da alcuni medici umbri negli ultimi giorni. «L’Umbria ha redatto le Linee di indirizzo regionali per la prevenzione, la segnalazione e gestione degli episodi di violenza a danno dell’operatore sanitario – spiega Coletto – ed è stata inserita con un suo referente (la dottoressa Laura Gresselli) nel relativo Osservatorio nazionale che sarà attivato dal Ministero per monitorare tale fenomeno. Parallelamente, monitoriamo annualmente l’adesione ai contenuti delle Raccomandazioni per la sicurezza delle cure, tra cui quella per prevenire gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari». Nel 2021 è stato anche diffuso un sondaggio per valutare l’implementazione di tali indirizzi di prevenzione, la segnalazione e la gestione di episodi di violenza. Il monitoraggio avviene tramite segnalazioni volontarie e i dati sugli eventi sentinella (i più gravi), disponibili nel sistema informativo Simes. «Il trend delle segnalazioni – aggiunge l’assessore - è in crescita ormai dal 2015, ma i dati fanno intuire l’esistenza di un fenomeno di sotto-segnalazione. In ogni caso, grazie all’attività avviata nel biennio 2020/2021 sono pervenute 126 segnalazioni spontanee di aggressione ai danni di operatore sanitario e 5 eventi sentinella». Un fenomeno che con l’emergenza sanitaria ha conosciuto un’ulteriore avanzata. «A seguito della pandemia gli operatori dei servizi sanitari si stanno trovando a gestire situazioni molto più delicate e problematiche, scaturite anche da una forma di malessere sociale, di intolleranza verso le restrizioni e gli obblighi stabiliti a livello centrale per arginare la diffusione dell’infezione Covid». Nella maggior parte dei casi, rilevate aggressioni verbali che talvolta si sono tradotte in un comportamento violento. «A prescindere dalla natura e dalla gravità gli atteggiamenti violenti vanno segnalati: sono un indicatore di rischio e vulnerabilità nell’ambiente di lavoro».
Intanto, la vaccinazione va avanti e martedì sono state iniettate altre 6.700 dosi con quelle booster che ora “coprono” il 75,1% degli immunizzati con ciclo primario. Tra gli over 12 i no-vax (inclusi i guariti che per ora non si possono vaccinare) sono 68mila circa. Tra questi figurano anche sanitari, due dei quali, due medici di famiglia, nel ternano hanno lasciato “scoperti” circa 2mila pazienti.



 

© RIPRODUZIONE RISERVATA