Il presidente Gavazzi: «Un'idea Federazione rugby e Coni per salvare lo stadio Flaminio»

Il presidente Gavazzi: «Un'idea Federazione rugby e Coni per salvare lo stadio Flaminio»
di Christian Marchetti
2 Minuti di Lettura
Sabato 11 Marzo 2017, 19:04
Un'idea per il Flaminio. Così la presenta il presidente della Federazione Italiana Rugby, Alfredo Gavazzi, a margine del match tra Italia e Francia, quarto turno del Sei Nazioni 2017. Una proposta per recuperare la struttura al momento derelitta cattedrale nel deserto nella zona Nord della Capitale.
«Abbiamo il problema di cercare qualcosa che sia a misura delle nostre esigenze – ha spiegato il numero 1 del rugby italiano – Pertanto, assieme a Malagò abbiamo pensato un'idea per risistemarlo e riportarlo alle sue origini. Per recuperare un patrimonio importante per la città di Roma e per lo sport in generale».
Nei giorni scorsi, si era interessato della questione persino il francese “L'Equipe”, che riferiva di un preventivo con una cifra attorno ai 40 milioni di euro per riportare in auge il vecchio impianto. Gavazzi nega: «Non mi risulta. Il Coni ha un preventivo sui 15 milioni. Quanto alla Fir, entrerebbe nell'affare soltanto con il Coni e se questo fosse interessato alla gestione di altre componenti dell'impianto». Ossia la piscina, la palestra e le sale di rappresentanza.
A dire il vero, prima ancora che Gavazzi rendesse di pubblico dominio l'argomento, l'interessamento da parte della Federugby era confermato da un recente incontro tra l'ex azzurro e oggi architetto nonché consigliere federale, Paolo Vaccari, e l'assessore allo Sport e Politiche Giovanili, Daniele Frongia, aderendo alla proposta della Giunta Raggi di avanzare proposte per la rinascita del Flaminio.
Lo stadio di proprietà del Comune versa oggi in condizioni a dir poco pietose, soprattutto perché al centro di una preoccupante situazione di stallo venutasi a creare negli ultimi anni. Tanti i protagonisti della vicenda, tra gli amministratori che si sono avvicendati dal 2012 (anno in cui l'Italrugby lasciò il Flaminio per l'Olimpico) a oggi, gli eredi del progettista Pier Luigi Nervi e nomi di prima grandezza dell'architettura mondiale come l'archistar Renzo Piano. Il Flaminio potrebbe tornare a essere "la casa del rugby italiano", utilizzando una definizione tanto cara in passato. Dove sarebbero ospitate le Nazionali azzurre (Femminile in primis, difficile immaginare un ritorno al passato della Maggiore), le finali di campionato, competizioni internazionali seven e, chissà, l'eventuale franchigia romana per il Pro 12. Ecco, per uscire dallo stallo serve appunto un'idea.
© RIPRODUZIONE RISERVATA