Alla ricerca di una nuova figura professionale, in grado di offrire nuove idee e punti di vista inediti per lo sviluppo della prossima monoposto. «Crediamo moltissimo negli eSports - ha spiegato il direttore generale McLaren, Zak Brown -.
Per noi, sia a livello di marketing che di sviluppo tecnologico, è un asset importante». Se anche la F1 ha lanciato il suo primo campionato mondiale virtuale, l'approccio McLaren è più ambizioso. I giocatori sono studiati e seguiti anche a livello fisico e mentale, mentre vengono testati sui circuiti più disparati, da Indianapolis a Interlagos. L'iniziativa McLaren si ispira a quanto già fatto dalla Nissan con Darren Cox, che ha portato i migliori piloti di computer in pista. «L'età media dei tifosi degli sport automobilistici e della F1 sta salendo di anno in anno - la considerazione di Cox -. Noi dobbiamo aprirci ai più giovani e valorizzare i loro interessi». Manca però una donna nella selezione finale. Una lacuna grave, ma destinata - assicurano gli organizzatori - ad essere colmata al più presto. «Come per qualsiasi sport è una questione di tempo dedicato agli allenamenti - ha precisato Cox -. I migliori stanno davanti allo schermo anche otto ore per sei giorni la settimana. In questo momento non ci sono donne con altrettanta dedizione».
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