Mentre Mourinho sprofonda, il Leicester si gode il “principe” Ranieri

Mentre Mourinho sprofonda, il Leicester si gode il “principe” Ranieri
di Benedetto Saccà
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Sabato 21 Novembre 2015, 00:13 - Ultimo aggiornamento: 2 Novembre, 13:56
Gira la pazza giostra della Premier League. Gira e capovolge le consuetudini, traccia nuove mappe, sorprende perfino gli indifferenti. Oggi lo fotografia della classifica sembra uno scherzo, perché non è certo facile convincere gli appassionati e i tifosi e i diretti interessati, che il Leicester City di Claudio Ranieri sia secondo a tre punti appena dal Manchester City e dall'Arsenal, primi; e il Chelsea di José Mourinho sia ormai naufragato al largo del 15esimo posto. È faticoso crederci: figurarsi pronosticarlo un mese fa. Impossibile.
Ecco, forse Mourinho e Ranieri, «nemici fraterni» da tempo, possono finalmente trovarsi a ballare su una pista comune: il completo stupore, da rivolgere allo scenario della Premier. Del resto a nessuno scivoleranno mai dall'album dei ricordi le infinite polemiche accese da Claudio e da José non più di sei anni fa, giusto quando la Roma del primo e l'Inter del secondo duellavano per lo scudetto. Il titolo, si sa, poi lo vinsero i nerazzurri per due punticini: e fatale per i giallorossi fu la doppietta di Pazzini della Sampdoria, il 25 aprile del 2010. «A quasi 70 anni (ne aveva 57, ndc) Ranieri ha vinto una supercoppa e un'altra piccola coppa. È troppo vecchio per cambiare mentalità», scandì, serissimo, l'interista Mou. Ora, però, come disegnata dall'aritmetica del contrappasso, la geografia della Premier League racconta che a ridere è Ranieri, e a soffrire (calcisticamente) Mourinho.

IL MIRACOLO
A essere esatti, va detto comunque che non si è ancora ben capito come il Leicester abbia fatto a volare così in alto in classifica. Perché la squadra si srotola in un 4-4-2 scolastico, subisce tanti gol (19), ne segna pochi di più (23) e soprattutto sbandiera una rosa densa di elementi abituati a giocare ai margini del fiume della grande fama. Dov'è, allora, il segreto di Ranieri? Facile: nella semplicità. Ha allineato una formazione indiscutibilmente titolare, si è affidato alla vena realizzativa di Vardy e di Mahrez, autori già di 11 e di 7 reti, e ha posato l'intelaiatura sulla solidità di due parole e tre numeri internazionali. «Pressing, gol, 4-4-2». Ogni tanto gioca perfino Inler, l'ex del Napoli. Dopo tutto, il fallimentare sbandamento vissuto da ct della Grecia deve aver insegnato a Ranieri l'arte di tradurre le necessità in virtù, e di ridurre i rischi degli sbilanciamenti. Fedele al suo soprannome di “fettina”, il tecnico di San Saba ha deciso peraltro di prendere la squadra...per la gola, visto che per il suo compleanno, il 20 ottobre, ha ordinato 12 bottiglie di champagne e le ha condivise nello spogliatoio; e l'altro giorno ha mantenuto la promessa di portare i calciatori a mangiare la pizza (di Leicester...) se fossero riusciti a conservare la porta inviolata in campionato. Un evento da festeggiare, se è vero che il Leicester sembra più bravo a rimontare che a dominare le partite. Si diceva di Mourinho, sprofondato ormai nella peggiore crisi della carriera. Sulla linea dell'orizzonte si addensa un mare di nuvole, e a salvare il portoghese dall'esonero finora è stata la pazienza di Roman Abramovich.

CRISI CHELSEA
risicrisi Il Chelsea è da settimane in caduta libera: e niente sembra poter frenare questo totale sfarinarsi delle certezze del club. È chiaro che la sconfitta rimediata contro il Liverpool abbia spinto Mou ancor più vicino all'orlo del licenziamento: decisiva, adesso, sarà la gara di Champions di dopodomani con la Dinamo Kiev. Mentre la stampa inglese già sussurra il nome di Antonio Conte come possibile allenatore dei Blues, alla fine della stagione.