La sfida, come si diceva, ha vibrato e dondolato a lungo sul filo. I Blues hanno imposto il ritmo specie nei primi 50’, mentre i Red Devils hanno stretto le viti e innestato le marce alte durante la restante parte della gara, pur privi di due stelle quali Rooney e Falcao. Bravi, perfino prodigiosi i due portieri, de Gea e Courtois, nell’opporsi da campioni rispettivamente ad Hazard, a Drogba e a van Persie. E proprio i centravanti hanno firmato il libro del duello, inquadrando lo spiraglio con un colpo di testa e con un gran sinistro dopo aver raccolto una respinta corta. A beneficio degli appassionati di statistica diremo, fra l’altro, che il millesimo gol di una squadra allenata da Mourinho l’ha realizzato dunque l’ivoriano Didier, uno dei giocatori più legati alla figura del portoghese, pienamente ricambiato, ovvio.
Il risultato, legittimo, racconta di una sostanziale equivalenza fra le due squadre. A pensarci, però, forse i Blues e Red Devils si sono incrociati in un punto di equilibrio, dopo aver percorso sentieri piuttosto divergenti. Perché il Chelsea, generalmente abituato a sfrecciare ad altitudini elevate e detentore del miglior attacco del paese, stavolta ha perso appena quota, e ha impattato così con uno United di solito poco brillante ma oggi apparso di certo in crescita. Il cartellino rosso sventolato in faccia a Ivanovic per raddoppiamento di ammonizioni si è abbinato, infine, a una serie di carenze dei Blues. Mou avrà comunque il tempo per colmare le lacune: sabato arriverà a Stamford Bridge il piccolo Qpr, l’ultimo della classe.