TRACCIA CHIC
Se fosse per Mancini, proprio per la carestia nel ruolo di centravanti, l’Italia giocherebbe con il falso nove. Oltre a Immobile, ha convocato pure Lasagna, entrato in corsa contro il Portogallo, e Pavoletti. Ma a Coverciano ha provato Berardi in mezzo a Chiesa e Insigne. Il posto lo ha lasciato libero, essendo indisponibile, Bernardeschi, utilizzato nelle 2 partite precedenti, contro l’Ucraina e la Polonia e chiamato ad alternarsi in quella posizione con Insigne. Il ct ha voluto concedere, magari con poca convinzione, la nuova chance a Immobile. Non è stato ripagato. Per il resto, stessa formazione per dieci-undicesimi negli ultimi 3 match. Perché la traccia della sua Nazionale è chiara: priorità alla qualità e non alla fisicità. Basta vedere l’altezza media di 6 giocatori di movimento su 10: 1,71. Sono Florenzi, Verratti, Jorginho, Barella, Chiesa e Insigne. Il suo stile si avvicina a quello di Guardiola e Sarri. I palleggiatori a centrocampo per avere sempre l’iniziativa e di conseguenza diminuire i rischi. Arrivati quando gli interpreti, dopo cira un’ora, sono calati. E, comunque, il Portogallo ha inquadrato lo specchio solo una volta: parata di Donnarumma, nella ripresa, su conclusione di Carvalho. Il play Jorginho, l’aiuto regista Verratti e il dinamico Barella. A loro si aggiunge Insigne che, senza la prima punta di riferimento, ha la possibilità di ritrovarsi più vicino alla porta e meno defilato sull’esterno. C’è, dunque, anche la firma di Ancelotti sul copione azzurro. Possesso palla spropositato fino all’intervallo: 73%. Alla fine sarà 66%, ma 88% per cento di precisione nei passaggi (riusciti 721 su 815). Mancini, a fine partita, ha ricordato l’abbondanza in quel settore, elencando la lista degli altri ricamatori: Pellegrini, Gagliardini, Tonali e Sensi.
STEP SUCCESSIVO
L’Italia diverte e si diverte. Chiellini e Bonucci guidano la linea arretrata che si alza, cercando l’anticipo, a centrocampo. In Spagna, nel bene e (quando sono mancati i risultati) nel male, lo hanno battezzato il tiki tacio. Non catenaccio, ma quasi il refrain che spesso usano i tecnici un po’ in tutto il pianeta: la miglior difesa rimane l’attacco. Florenzi e Biraghi più che terzini sono ali. La Nazionale, però, sembra caricata a salve. Gli azzurri, sabatosera, hanno calciato 15 volte verso la porta di Rui Patricio. Nello specchio solo 3. Mancini pretende più conclusioni. Anche dagli esterni. Più che Chiesa e Bernardeschi, invitati a tirare con continuità e convinzione, coinvolgerà Insigne. Che, senza centravanti, avrà più spazio in mezzo. Da punta.
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