D'Arpino-Keita, grazie al Messaggero
torna il sereno: «Tra noi tutto chiarito»

D'Arpino-Keita, grazie al Messaggero torna il sereno: «Tra noi tutto chiarito»
di Tiziano Pompili
2 Minuti di Lettura
Giovedì 26 Marzo 2015, 14:24 - Ultimo aggiornamento: 14:54
Pace fatta tra il 20enne del Formia Abdul Dramane Keita e il 22enne del Tecchiena Marco D’Arpino. Il litigio tra i due giocatori, avvenuto alla fine del match di domenica scorsa, è venuto a galla prepotentemente ieri pomeriggio, quando il giudice sportivo ha inflitto ben dieci giornate di squalifica al giocatore del Tecchiena (Promozione, girone D) reo, secondo il comunicato ufficiale, «di aver spinto al petto un calciatore avversario di colore. Nella circostanza gli rivolgeva espressioni offensive per motivi di razza». Il Messaggero ha contattato in esclusiva i protagonisti della vicenda e li ha messi in contatto su Facebook (come si vede dall’immagine in cui i due si chiariscono nella chat del noto social network) dove è stata siglata la pace. «Quello che è successo domenica non è calcio – ha scritto D’Arpino -. A fine partita delle volte siamo poco lucidi e possono accadere cose strane. Abdul, ti dico che non ho fatto alcuna affermazione razzista in alcun modo. Ho disputato una partita corretta con te e alla fine abbiamo pareggiato. Gestisco un bar e di gente di colore ne vedo ogni minuto e offro loro da mangiare e da bere, quindi assolutamente non voglio essere dipinto come un razzista. Ti chiedo di credere che io non ho fatto quell’affermazione, anzi se avessi la possibilità ti offrirei un caffè». Il giocatore del Formia, nativo di Bouakè (Costa d’Avorio), ha prontamente accettato le spiegazioni, pur rimanendo convinto del fatto che quella frase, magari in maniera “incosciente”, sia usciita realmente dalla bocca di D’Arpino. «Sono molto dispiaciuto per la tua squalifica, Marco: la ritengo troppo pesante e abbastanza assurda. Per me l’episodio, comunque, è già dimenticato perché ricordo bene il tuo atteggiamento anche all’andata in casa nostra e so che non sei quello del dopo-partita di Tecchiena. Ho anche spiegato ai miei dirigenti che le mie lacrime a fine partita erano dovute al fatto che non avessimo vinto la partita». Per la cronaca, il Tecchiena ha annunciato che farà ricorso contro la decisione del giudice sportivo perché ritiene eccessiva la sanzione inflitta a D’Arpino e in ogni caso farà un’indagine interna per capire se l’insulto razzista ci sia realmente stato, da parte di D’Arpino o qualche altro suo compagno, e se sia stato utilizzato in risposta ad altri insulti.