Barile: «La serie D? Noi ci crediamo»
Il barone lancia la Serpentara Bellegra

Barile: «La serie D? Noi ci crediamo» Il barone lancia la Serpentara Bellegra
di Tiziano Pompili
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Lunedì 11 Maggio 2015, 19:01 - Ultimo aggiornamento: 21:34

Un suo gol, il più importante della stagione dopo gli 11 segnati in campionato, ha “spaccato” il delicatissimo spareggio tra Serpentara Bellegra Olevano e Colleferro indirizzando il gruppo di Lucidi verso il 2-0 finale. Daniele Barile, 34enne attaccante che in carriera ha già vinto campionati a Frascati (Eccellenza), Futbolclub (accoppiata Coppa-campionato in Promozione) e l’anno scorso con la stessa maglia del Serpentara (arrivando a dicembre per vincere ancora la Promozione), ha inciso ancora in una gara decisiva.

«Siamo contenti di aver centrato i play off nazionali – dice Barile – e questa è stata una delle emozioni più forti della mia carriera. Vedere festeggiare insieme due cittadine come Bellegra e Olevano che fino a qualche tempo fa vivevano una forte rivalità sportiva è sinceramente molto bello. I nostri tifosi, che anche ieri ci hanno seguito in circa 400 persone fino a Monterotondo, sono stati uno dei nostri segreti. L’altro, fondamentale, è l’aver tenuto l’ossatura della squadra che l’anno scorso ha trionfato in Promozione».

Per un destino molto particolare, i marcatori dell’ultima gara “laziale” della stagione della Serpentara, sono stati gli stessi della prima partita. «A Roccasecca, all’esordio in campionato, segnammo io e Fazi e col Colleferro ci siamo ripetuti. Una casualità davvero curiosa». La dedica per il suo gol è alla piazza. «I tifosi del Serpentara meritavano questa grande gioia dopo la forte delusione di Minturno che ci aveva dato una bella mazzata. E poi c’è la dedica privata, quella che vale per ogni mia marcatura: a mia figlia Alice».

A Bellegra e Olevano ormai lo appellano tutti (o quasi) alla stessa maniera. «Mi chiamano “barone” e la “colpa” è di mister Lucidi che, forse giocando sul mio cognome, forse per motivi anagrafici visto che sono quasi il più grande del gruppo, dopo Totò Brasiello; o forse per i miei atteggiamenti in campo, mi ha affibiato questo nomignolo», sorride Barile che è già proiettato alla sfida col Paterno. «Siamo molto carichi, c’è grande entusiasmo e vogliamo cavalcarlo. Contro la squadra abruzzese faremo un “assaggio” di serie D e il nostro sogno è cercare di arrivare fino in fondo. Ci crediamo, nasconderci sarebbe inutile».