Marco Vannini è stato ucciso a Ladispoli a 21 anni da un proiettile in casa della fidanzata Martina Ciontoli. A far partire il colpo sarebbe stato il padre di lei, Antonio Ciontoli, sottoufficiale della Marina imputato, insieme alla moglie e ai due figli, di omicidio volontario. Ciontoli, condannato a 14 anni in primo grado, si è visto scontare la pena in appello, finendo condannato a 5 anni di carcere per omicidio volontario. Ribadita invece la condanna a 3 anni per la moglie Maria Pezzillo e i due figli, Martina e Federico. La famiglia avrebbe infatti ritardato volontariamente la chiamata ai soccorsi.
A scatenare la polemica su un caso già molto discusso è stato prima un post sulla pagina Facebook del programma in cui si condannava l'accanimento mediatico di cui è vittima Martina Ciontoli, posizione ribadita anche in puntata dalla conduttrice che, secondo i social, ha empatizzato troppo con la famiglia. Sul web è stata subito bufera, con migliaia di commenti indignati: «Non potrei essere più disgustata», twitta qualcuno, «Vergogna, omettete le cose e siete dalla parte dei Ciontoli», scrive qualcun altro.
Mi sono svegliato leggendo del post della Petrelluzzi di 'Un giorno in pretura' sul caso Vannini.
Meglio riaddormentarsi e credere che non abbia capito che l'unico dato oggettivo sia la morte di un ventenne che poteva tranquillamente salvarsi se la famigliola avesse chiamato 118. — Davide 🚩 (@deidesk) 29 aprile 2019
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