La mostra nasce dall’opportunità di accostare produzioni e ideologie che hanno accompagnato la nascita e lo sviluppo di due tra le più grandi civiltà del Mediterraneo, un mare che nell’antichità ha sempre favorito gli scambi e l’incontro di culture, che, sia pure nella loro eterogeneità, possiamo definire mediterranee.
Sono esposti preziosi oggetti egizi trovati a Vulci risalenti al VIII-VII secolo a.C. e al III secolo a.C, messi a confronto con i reperti di Eugene Berman, pittore, illustratore e scenografo russo, ma anche collezionista d’arte; reperti che acquistò durante i suoi viaggi in Egitto tra il 1964 e il 1965 ed essendosi stabilito a Roma, nel 1972, alla sua morte, donò, insieme al resto della collezione, allo Stato Italiano e per esso alla Soprintendenza per i Beni archeologici dell’Etruria meridionale. Altre testimonianze della cultura egizia provengono dal Polo Museale della Toscana-Sezione Egizia del Museo Archeologico di Firenze, che ha accolto subito la proposta di esposizione. Infine, un cenno alla Tomba dello Scarabeo dorato trovata a Vulci nel 2016.
Il corredo funerario è stato rinvenuto nell’ambito dell’attività di contrasto agli scavi clandestini che quotidianamente impegnano il comando carabinieri Tutela Patrimonio Culturale insieme alla soprintendenza.
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