Venezia73, Leone d'oro al film fiume filippino: è lungo quasi 4 ore

Venezia73, Leone d'oro al film fiume filippino: è lungo quasi 4 ore
di Gloria Satta
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Domenica 11 Settembre 2016, 10:15 - Ultimo aggiornamento: 14 Settembre, 08:22

Un film filippino in bianco e nero, lungo quasi quattro ore, trionfa alla 73ma Mostra di Venezia: il Leone d'oro è andato a The Woman who Left diretto dal regista Lav Diaz, storia di una donna che esce di prigione dopo aver scontato 30 anni per un'accusa ingiusta di omicidio. L'Italia, che aveva tre film in concorso (Questi giorni, Piuma, Spira mirabilis) rimane a mani vuote e l'unico premio per il nostro cinema va a Liberami, il documentario di Federica Di Giacomo su un prete siciliano esorcista: ha vinto come miglior film nella sezione Orizzonti, riservata alle opere più innovative e sperimentali.

Il musical La La Land, che pareva il candidato ideale al Leone (l'impianto spettacolare e i contenuti profondi avevano messo d'accordo il pubblico e la critica) ha dovuto accontentarsi della Coppa Volpi andata a Emma Stone, magnifica protagonista in coppia con Ryan Gosling. L'attrice, tornata negli Usa, ha ringraziato con un vodeomessaggio: «All'inizio credevo che fosse uno scherzo dei colleghi...». Miglior attore è risultato l'argentino Oscar Martínez per El ciudadano ilustre, un film piaciuto a tutti e fino all'ultimo in lizza per un Leone.

LA DEDICA
Classe 1958, 27 titoli all'attivo, Lav Diaz ha dedicato il Leone d'oro «al popolo filippino, alle sue lotte e alle lotte di tutta l'umanità. The Woman who Left descrive lo spaesamento che si respira nel mio Paese in questo momento». Il Leone d'argento-Gran Premio della Giuria se lo è portato a casa Nocturnal Animals, il thriller esistenziale di Tom Ford, arrivato all'opera seconda e più che mai intenzionato a continuare: «Ho già un nuovo progetto», ha annunciato.

Per attribuire il Leone d'argento, la Giuria guidata da Sam Mendes e di cui faceva parte anche lo scrittore Giancarlo De Cataldo, è ricorsa all'ex aequo tra La regiòn salvaje del messicano Amat Escalante e Paradise di Andrei Konchalovsky, che ha dedicato il premio «alla grande patria russa e ai suoi cittadini che hanno dato la vita per salvare i bambini ebrei dai campi di concentramento».

Perché premiare un film come The Woman who Left, tipica opera da festival che rischia di avere in sala pochi spettatori? «Ha vinto il Leone d'oro perché aveva entusiasmato tutti», ha risposto Mendes, «e speriamo che il premio lo aiuti ora a trovare il suo pubblico». Quanto ai tre film italiani, il regista di Spectre ha tagliato corto: «Li abbiamo esaminati con la stessa attenzione riservata a tutti gli altri, ma avevamo a disposizione solo otto premi e li abbiamo assegnati a quelli che ci erano piaciuti di più, i più coraggiosi». Tra questi rientra l'americano The Bad Batch, la storia pulp ambientata tra i cannibali diretta da Ana Lily Amirpour. «Non scende a compromessi e non s'inchina a niente a nessuno», ha detto Mendes.

È una storia di immigrazione dal Nordafrica The last of Us, diretto dal tunisino Ala Eddine Slim e presentato alla Settimana della Critica: ha vinto il Premio Luigi De Laurentiis-Leone del futuro come migliore opera prima, 100mila euro divisi tra regista e produttore.

LA CERIMONIA
Lacrime, sorprese e applausi hanno scandito la cerimonia, condotta con la consueta sicurezza dalla madrina Sonia Bergamasco. «Il cinema italiano esce a testa alta pur non avendo vinto riconoscimenti nel concorso principale: ha dimostrato varietà degli stili, dei linguaggi e dei generi», ha commentato Paolo Del Brocco, ad di RaiCinema che ha ritirato la Coppa Volpi per conto di Emma Stone.

Federica Di Giacomo, regista di Liberami, è un'antropologa e ha alle spalle altri tre documentari. È emozionata: «Non so se devo la vittoria al diavolo o alla Provvidenza», ha scherzato, «comunque il premio dimostra che si può fare cinema con il documentario». Realizzare Liberami ha comportato tre anni di lavoro «e un doppio sforzo: è stato difficile trovare i finanziamenti e ho cercato in tutti i modi di non scadere nell'horror. Ho affrontato il tema con spirito laico, spero che il film sia visto da cattolici e non cattolici». Prodotto da Mir e RaiCinema, è stato preso dalla distribuzione I Wonder che lo manderà presto in sala.

Per Venezia classici vince come miglior film restaurato (dalla Cineteca di Bologna) Break up - L'uomo dei cinque palloni di Marco Ferreri. Leiv Schreiber ha avuto il Persol, Amir Naderi il Jaeger LeCoutre, Matilde Gioli si è aggiudicata il Premio L'Oréal. Il volto purissimo di Paula Beer, la protagonista 21enne di Frantz che ha vinto il Premio Mastroianni, rimane come una delle immagini più affascinanti di questa Mostra. La più spettacolare è legata ai cavalli che hanno accompato sul red carpet Denzel Washington e Chris Pratt, eroi del western I magnifici 7. La Mostra n. 74, ha annunciato il Presidente della Biennale Paolo Baratta, si terrà il 30 agosto 2017 e altri lavori di riqualificazione sono in programma.
 

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