Placido e Marchioni: "Questo Caravaggio ricorda tanto Pasolini"

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Lunedì 24 Ottobre 2022, 11:01

Dal 3 novembre al cinema arriva L'ombra di Caravaggio (01 Distribution) : un'idea fissa diventata sceneggiatura e poi regia di Michele Placido. Un grande cast internazionale: Riccardo Scamarcio, Louis Garrel, Isabelle Huppert, Micaela Ramazzotti, Tedua, Vinicio Marchioni, Lolita Chammah. Una fotografia attentissima a prendere alcune visioni "teatrali" delle opere del maestro lombardo e i lampi di luce così caratteristici di questa rockstar della pittura seicentesca (Michele D'Attanasio).

Michel Placido, nel film anche nella versione del cardinale Del Monte grande estimatore e protettore del pittore-assassino, arriva al Messaggero per l'Interrogazione accompagnato da Baglione, il pittore leader dell'Accademia politicamente corretta prima rivale poi biografo di Michelangelo Merisi, ovvero Vinicio Marchioni. 

"Caravaggio ruppe gli schemi e pagò la sua vita senza freni: la sua ombra - spiega Placido - è Garrel, un inquisitore che come tutti i nemici in vita non poteva non essere però affascinata da un talento controcorrente". Placido dipinge una Roma papalina alle prese con una sfida controriformistica al successo del Protestantesimo: pretende di mandare segnali nelle chiese con questi capolavori dei grandi artisti. "Caravaggio, però - dicono Placido e Marchioni -, sceglie gli ultimi: prostitute, poveracci, la compagnia di gente del popolo che frequentava la Vallicella di San Filippo Neri: e questo era sconvolgente, irriverente". Paolo V capisce che è una rivoluzione, quella di Caravaggio cui medita di concedere una grazie per l'omicidio di Ranuccio in un duello, ma che "la Chiesa non può permettersela". 

Marchioni pone una questione che è attualissima e riguarda il giudizio che si dà di un artista: valutarne solo l'arte o considerarne le azioni da essere umano. "Sono tempi in cui stiamo vedendo artisti messi alla gogna per le loro vicende private e le loro opere quasi messe al bando. La normalità dei comportamenti - dice Marchioni, e Placido plaude - può non appartenere a chi cerca l'arte che non sopporta compromessi". 

Un'ispirazione profonda viene da chi - proprio all'inizio di una carriera fortunatissima come quella di Placido - è stato contemporaneo di Pasolini. "Anche Pier Paolo - dice il regista e attore pugliese - sceglieva nella letteratura e nel cinema quelle facce, quei personaggi per la sua poetica. E rompeva argini e schemi". 

Placido e Marchioni si guardano, durante l'intervista, con sguardi sempre affettuosi. "Venni colpito da questo giovane attore - dice Michele - quando lo vidi in un piccolo teatro romano: recitava nudo, ero infastidito all'inizio... Pensavo a quelle sperimentazioni gratuite e senza senso: dopo 10' di spettacoli non vedevo più il suo corpo nudo, ma la sua anima. Ci leggevo sopra il testo. Lo proposi per il film Romanzo Criminale, ma volevano Kim Rossi Stuart. Poi mi chiesero di aiutare il casting della serie e lui fu scelto per il ruolo iconico del Freddo..." "A Placido devo molto - dice Vinicio - è un privilegio lavorare con lui. E affidarsi alla sua capacità di scelta e anche a questa memoria per il talento". 

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