Idris Elba presenta Concrete Cowboys al Toronto International Film Festival: «Ho pianto pensando a mio padre»

Idris Elba presenta Concrete Cowboys al Toronto International Film Festival: «Ho pianto pensando a mio padre»
di Eva Carducci
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Lunedì 21 Settembre 2020, 14:38
Basato sul romanzo Ghetto Cowboy di Greg Neri il film Concrete Cowboys racconta la storia dei cowboys del cemento di Philadelphia. L’esordio alla regia di Rick Staub mette in luce un fenomeno della sottocultura americana, portando a conoscenza di un pubblico internazionale (quello del Toronto International Film Festival dove è stato presentato il film) le scuderie di Fletcher Street, punto di raccolta dei cowboy di colore, che da oltre cento anni vagano per le strade della città della Pennsylvania. Una tradizione di cui si conosce ben poco, anche per l’immagine stereotipata che il cinema americano ha sempre fornito dei cowboy.

Quello che sradica Concrete Cowboys è il machismo legato a questa figura, rappresentata sempre da uomini bianchi a cavallo nelle praterie del Far West. Per farlo il regista ha integrato nel cast veri cowyboys delle strade di Philadelphia, soprattutto donne, una componente fondamentale della comunità di Fletcher Street. 

Protagonista è Idris Elba (al fianco di Thor nella saga di Avengers e protagonista della serie tv Luther): «Concrete Cowboys è una riflessione profonda sul rapporto padre-figlio e al tempo stesso è girato su un set fisico. Dopo che Hollywood è diventata tutta uno schermo verde fa bene allo spirito tornare su un set reale». 

Un’esperienza che ha toccato molto l’attore: «Nel film interpreto un uomo che è una figura paterna per tutti i cowboys di Flechter Street, ma non per suo figlio. Quando i due si ritrovano insieme forzatamente lui da uomo diventa padre, e il ragazzo diventa uomo. La potenza di certi dialoghi e certe scene mi ha fatto pensare a mio padre, che non è più con noi. Avevamo un bel rapporto, ma non abbiamo parlato mai quanto avrei voluto. Mi sarebbe piaciuto poter condividere momenti speciali e delicati come quelli nel film».

La consacrazione arriva per Caleb McLaughlin, uno dei “ragazzini” di Stranger Things, al primo ruolo sul grande schermo: «Racconto la storia di un adolescente a un bivio tra la criminalità normalità, un ragazzo cresciuto nella periferia nord di Philadelphia. Non è un ruolo semplice, ma considero Idris come un mentore, uno zio, che mi è stato vicino e mi ha aiutato, anche in quei momenti in cui pensavo di non farcela».

Accolto con entusiasmo al festival canadese Idris Elba ha raccontato cosa vuol dire per un attore partecipare all’anteprima del proprio film durante una pandemia: «Ho messo il tappeto rosso fuori dalla porta di casa, dopo vado a farmi un giro. Sono fiero di dimostrare con il nostro lavoro che, nonostante ci sia una pandemia e diversi lockdown in tutto il mondo, i film possono uscire comunque. Le storie continueranno a essere raccontate, e forse avranno un riscontro maggiore proprio per via della tragica situazione che stiamo vivendo. Che sia il senso di comunità a prevalere, non la pandemia». 
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