“Fuocoammare” per gli Oscar. Sorrentino: bello, ma non adatto

“Fuocoammare” per gli Oscar. Sorrentino: bello, ma non adatto
di Gloria Satta
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Martedì 27 Settembre 2016, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 30 Settembre, 21:19
L’Italia va all’Oscar con la tragedia dei migranti. E il nostro cinema, che vede assottigliarsi sempre più i confini tra realtà e finzione, si gioca tutto scommettendo su un documentario. “Fuocammare”, diretto da Gianfranco Rosi e ambientato tra gli abitanti di Lampedusa alle prese con l’emergenza quotidiana degli sbarchi, è stato infatti scelto per rappresentare il nostro Paese nella massima competizione cinematografica mondiale.

Vincitore dell’Orso d’oro a Berlino, già venduto in 60 nazioni Stati Uniti compresi (dove uscirà il 21 ottobre), “Fuocoammare” è stato candidato all’Oscar da una commissione di esperti istituita dall’Anica. Commissione che si è spaccata in due: di fronte ai 7 titoli in lizza, i voti si sono distribuiti tra il documentario di Rosi (5) e “Indivisibili” (4), il film di Edoardo De Angelis applaudito alle Giornate degli Autori di Venezia e dal 29 nelle sale.

DISSOCIATO
Tra i fautori di Indivisibili era il regista premio Oscar Paolo Sorrentino che si dissocia dalla scelta finale. «Non c’è nessuna polemica e considero il film di Rosi bellissimo», precisa al Messaggero il geniale cineasta, premiato a Hollywood nel 2014 per “La grande bellezza”, «ma proprio per questo andava candidato nella categoria dei documentari dove avrebbe avuto ottime chances di vittoria, e non in quella del miglior film straniero in cui vedevo invece adattissimo “Indivisibili”. E’ stata sbagliata la strategia: potevamo correre all’Oscar con due titoli forti, ma il nostro cinema ha espresso un masochistico segnale di debolezza e ne esce depotenziato».

Sorrentino, che conosce meglio di chiunque altro i meccanismi dell’Academy anche perché, dopo aver vinto la statuetta, è diventato votante a vita, illustra con chiarezza la sua posizione: «I giurati dell’Oscar sono abituati a considerare solo i film di finzione. E sono piuttosto rigidi: che “Fuocoammare” abbia trionfato a Berlino non conta niente, all’epoca della mia candidatura non sapevano nemmeno che “La grande bellezza” avesse partecipato al Festival di Cannes. Avevo spiegato tutto questo agli altri membri della commissione che a parole mi hanno dato ragione ma poi, per misteriose ragioni, nel segreto dell’urna hanno votato diversamente».

Sorrentino, che giudica «di ottimo livello» i 7 titoli che aspiravano ad essere candidati, da “Lo chiamavano Jeeg Robot” a “Perfetti sconosciuti”, ragiona: «Le commissioni di esperti vengono formate per elaborare strategie, non per giudicare la qualità dei film. E la strategia, lo ripeto, questa volta è stata totalmente sbagliata». Della commissione facevano parte anche la presidente di Cinema per Roma Piera Detassis, Nicola Borrelli del Ministero, i produttori Tilde Corsi e Roberto Sessa, i distributori Osvaldo De Santis e Roberto Melzi d’Eril, il giornalista Enrico Magrelli, lo scrittore Sandro Veronesi.

APPLAUSI
Esultano invece le istituzioni, dal premier Renzi («Un onore per l’Italia andare all’Oscar con il film di Rosi») alla presidente della Camera Boldrini al ministro Franceschini. E ovviamente arrivano gli applausi della Rai. «E’ stata fatta la scelta giusta», commenta Paolo Del Brocco, ad di RaiCinema che con Luce Cinecittà e Donatella Palermo ha prodotto “Fuocoammare”, mentre per il dg Rai Antonio Campo Dell’Orto e la presidente Monica Maggioni «il talento di Rosi si è sposato perfettamente con la nostra missione di Servizio pubblico universale». Fuocoammare andrà in onda il 3 ottobre su RaiTre in prima serata, senza spot, nel quadro della giornata europea dell’accoglienza.
E ieri ha parlato anche De Angelis, lo “sconfitto”: «Quando tornano i conti ci trovano qua», ha detto con un certo sarcasmo ma senza fare drammi il regista napoletano, «anche senza candidatura all’Oscar continuerò a fare il mio lavoro tranquillamente».
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