La candidatura di "Fuocoammare" rappresenta un nuovo successo di Rosi che nel 2014 vinse il Leone d'oro a Venezia con il documentario "Sacro GRA" dedicato alla periferia di Roma. "Fuocoammare" racconta, con lo stile asciutto e al tempo stesso poetico del regista, la vita a Lampedusa, l'isola che da anni è in prima linea sul fronte dell'accoglienza ai migranti. Protagonisti sono i suoi abitanti alle prese con l'emergenza che entra prepotentemente nella loro quotidianità: il medico che per primo visita i profughi salvati in mezzo alle onde, i bambini lampedusani che osservano gli adulti e la loro convivenza a volte complessa con i migranti, gli ufficiali di marina che pattugliano il mare. "Sono felice, il mio film ha fatto un lungo cammino e ora è di tutti", dice Rosi da Parigi, dove "Fuocoammare" esce nelle sale. "In un mondo che continua ad erigere barriere, spero contribuisca a far capire il dramma dei migranti e a promuovere la cultura dell'accoglienza".
Nella scelta del candidato italiano, "Fuocoammare" ha avuto come concorrente diretto "Indivisibili", il nuovo film di Edoardo De Angelis applauditissimo a Venezia alle Giornate degli Autori (sarà nelle sale il 29 settembre). Gli altri film che si erano iscritti alla gara per la candidatura erano "Perfetti sconosciuti", "Lo chiamavano Jeeg Robot", "Gli ultimi saranno ultimi", "Pericle il Nero", "Suburra". Della commissione, oltre a Sorrentino, facevano parte la presidente di Cinema per Roma Piera Detassis, Nicola Borrelli del ministero, i produttori Tilde Corsi e Roberto Sessa, i distributori Osvaldo De Santis e Roberto Melzi d'Eril, il giornalista Enrico Magrelli, lo scrittore Sandro Veronesi.
Anche il ministro Dario Franceschini si è felicitato per la scelta di "Fuocoammare", un film che "affronta con crudezza e poesia un tema universale".
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