Quest'anno ad aprire la III edizione del Festival internazionale di Capri "Il Canto delle Sirene" il 13 settembre alle ore 18,30, presso gli Archi del Chiostro Piccolo della Certosa di San Giacomo di Capri, sarà la mostra fotografica dedicata Franco Zeffirelli in occasione del Centenario della nascita: “I divi e le dive di Zeffirelli” in collaborazione con La Fondazione Zeffirelli.
L'esposizione propone una selezione di iconiche fotografie dell'archivio Zeffirelli che ritraggono alcune tra le più famose star italiane e internazionali con cui il regista ha lavorato nel corso della sua carriera artistica nel cinema, nel teatro di prosa e nell'opera in musica. Il percorso espositivo dedica un particolare tributo all’immortale Maria Callas, una delle più famose muse di Zeffirelli con una fotografia insieme al regista e due sul set de La Traviata (1958) e della Tosca (1964), in cui Zeffirelli diresse la straordinaria cantante lirica, firmandone anche scene e costumi. Ed è proprio alla Callas che Zeffirelli ha dedicato il suo ultimo lungometraggio “Callas Forever” nel 2002, raccontando in modo romanzato gli ultimi mesi di vita della celebre soprano. Ad interpretarla con impressionante camaleontismo è stata l’attrice francese Fanny Ardant.
L’omaggio al grande regista prosegue sempre il 13 settembre alle ore 20,00 al Chiostro Grande Certosa di San Giacomo di Capri con la proiezione del film “Franco Zeffirelli, conformista ribelle” regia di Anselma Dell’Olio, il film racconta i momenti decisivi, i punti di svolta e le montagne russe di una brillante, movimentata carriera internazionale e la rocambolesca esistenza di un grande artista italiano.
Dalle sue origini come figlio di N.N.
“E’ la prima volta che un’opera cinematografica indaga sulle molte, variegate e anche opposte sfaccettature professionali, culturali e caratteriali di Franco Zeffirelli – commenta la regista Anselma Dell’Olio -. Mi interessavano le differenze poco note tra il vasto, singolare incanto che suscitava il suo nome nelle grandi capitali culturali mondiali e il baffo moscio con il quale era trattato in Italia. Con la sola eccezione delle sue opere liriche, per le quali nel suo paese ha avuto una minima parte degli onori, del rispetto, della gloria e della venerazione che lo circondavano all’estero. Ma ancor di più mi interessava la vita interiore di un omosessuale cattolico convinto, discreto ma mai coperto in un’epoca assai meno liberale del presente”.