Faenza riapre il caso di Emanuela Orlandi: nessuno ha voluto ancora trovare la verità

Alberto Cracco e Maya Sansa nel film di Roberto Faenza
di Gloria Satta
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Giovedì 29 Settembre 2016, 17:00 - Ultimo aggiornamento: 6 Ottobre, 16:41
«La verità non sta in cielo ma in terra. Ma nessuno ha voluto ancora trovarla. Malgrado l’archiviazione, decisa dalla magistratura l’anno scorso, spero che il mio film contribuisca a riaprire il caso della scomparsa di Emanuela Orlandi». Con queste parole il regista Roberto Faenza ha presentato il suo nuovo film “La verità sta in cielo” (in sala il 6 ottobre) che a 33 anni di distanza ricostruisce uno degli episodi più inquietanti e irrisolti della storia italiana recente: la scomparsa, avvenuta il 22 giugno 1983, della quindicenne cittadina vaticana Emanuela Orlandi, uscita per andare a lezione di musica nel centro di Roma e mai più rientrata.

Le indagini si sono intrecciate fin dal primo momento con oscure ipotesi, depistaggi, servizi segreti, coinvolgimento dei poteri forti, della Banda della Magliana, del Vaticano, dei Lupi Grigi di Alì Agca. Del mistero di Emanuela Orlandi continua a occuparsi la trasmissione di RaiTre “Chi l’ha visto” ma l’archiviazione ha per il momento posto fine alla ricerca della verità.

Il regista. Oggi Faenza riprende in mano il “cold case” e con l’aiuto di un cast d’eccellenza (Greta Scarano, Riccardo Scamarcio, Maya Sansa, Shel Shapiro) rimette insieme i pezzi del puzzle. «Lo so, mi attaccheranno, e su internet mi hanno già minacciato - racconta il regista - è un rischio che, facendo un cinema di denuncia, ho messo nel conto. Il film nasce dalla mia sincera convinzione che il dolore della famiglia Orlandi debba avere una risposta. E’ una storia ancora aperta sulla quale il Vaticano sa molte cose, spero si decida a rivelarle». Il film è prpdotto da Elda Ferri per Jean Vigo e RaiCinema: «Ringrazio la Rai - aggiunge Faenza - che mi ha dato fiducia e ha avuto coraggio di trattare questo tema, tenendo fede alla sua missione di servizio pubblico».

Il fratello. Dello stesso parere Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, che da 33 anni si batte per trovare la verità. «Ho accettato di appoggiare Faenza perché ho riscontrato nel regista un impegno sincero nel cercare la verità - spiega -. Mi auguro che il film convinca il Vaticano a dire tutto quello che sa».

 
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