Dodici cadaveri senza nome: quarant'anni di gialli irrisolti a Latina e provincia

Il ritrovamento a Priverno del cadavere di una donna nel 1983: non si è mai saputo chi fosse
di Rita Cammarone
6 Minuti di Lettura
Domenica 18 Settembre 2022, 11:34 - Ultimo aggiornamento: 19 Settembre, 12:26

Dodici morti senza un nome in provincia di Latina. Il dato è contenuto nell'ultimo aggiornamento del Registro nazionale dei cadaveri non identificati, istituito presso il Ministero dell'Interno nel 2007, quale strumento per le funzioni del commissario straordinario del Governo per le persone scomparse.
Contiene le informazioni più significative, i segni fisiognomici particolari, le circostanze del rinvenimento dei corpi e i riferimenti relativi alle Procure e agli uffici che hanno in trattazione il caso. L'elenco pontino censisce il rinvenimento sul territorio, da Nord a Sud della provincia, di nove uomini e tre donne. Nel registro sono stati inseriti anche casi precedenti alla sua istituzione, il più datato risale al 1983.


L'ULTIMO
E' ancora senza un nome l'uomo trovato morto a Terracina il primo giugno 2021, all'interno dello stabile in disuso dell'ex mercato coperto di via Benito Florio. Il suo corpo fu scorto da un passante, attirato nel seminterrato da un cattivo odore. Il corpo era in avanzato stato di decomposizione, su un giaciglio di fortuna. Alto un metro e 85 centimetri, indossava una felpa blu, pantaloni beige assicurati da una cintura blu, un orologio con cinturino marca Liu Jo e una catenina. Le indagini della Polizia non hanno ancora risolto il caso.

LO SCHELETRO
Nel registro anche lo scheletro dell'uomo rinvenuto sulla spiaggia di Foce Verde a Latina il 3 gennaio 2021. Era una giornata piovosa e le ossa scarnificate furono notate in mezzo alla sabbia bagnata. Le indagini della Squadra Mobile seguirono la pista di un romeno, abitante in una baracca a Borgo Sabotino che da tempo era scomparso dalla zona.
Dai resti umani fu estratto il Dna e il profilo genetico ricavato inviato in Romania per essere confrontato con quello dei famigliari della presunta vittima. Gli uffici della Questura sono ora in attesa dell'esito del confronto. In base agli accertamenti medico legali, svolti nell'immediatezza del rinvenimento, l'uomo in vita avrebbe dovuto pesare una sessantina di chili, per un'altezza di un metro e 75 centimetri. Aveva protesi con quattro denti d'oro.

TROVATO DOPO IL ROGO
Risale al 5 ottobre 2017 il macabro rinvenimento in località Costa Petrara a Sermoneta. Lo scheletro di uomo, parzialmente bruciato, era stato notato da un ciclista. Un recente incendio aveva raso al suolo la vegetazione e non era stato difficile scorgerlo a margine della strada, via Sermonetana, che stava percorrendo. Accanto allo scheletro, i carabinieri rinvennero alcuni effetti personali: delle posate, una radiolina, un ombrello, pomate, farmaci e occhiali. Nel registro dei cadaveri, la morte viene collocata tra il 14 settembre 2016 e l'11 giugno 2017.


CANALE CUPIDO
E ancora resta avvolto da un mistero il caso dello scheletro di un uomo, dall'apparente età di 35/40 anni, trovato il 31 marzo 2015 a Latina Scalo, nei pressi del canale Cupido. A dare l'allarme una bambina. Pensava che il cranio fosse un vecchio pallone, ma avvicinatasi e notando le ossa era corsa in lacrime dalla madre. Da lì a poco l'arrivo dei carabinieri. Dall'esame medico legale emerse un trauma encefalico. Un omicidio o una morte accidentale?


IL GIALLO DI SABAUDIA
Presentava una vistosa bruciatura sulla parte anteriore del torace, il corpo dell'uomo in avanzato stato di decomposizione scorto da un ciclista di Latina sul lungomare di Sabaudia, in località la Bufalara, tra i pini lato lago nel lontano 20 luglio 2007. Tra i 30 e i 40 anni, alto un metro e 70, indossava pantaloni leggeri di colore bianco. Capelli neri, ciglia folte, barba incolta, bracciale di metallo al polso destro. La Polizia seguì la pista indiana. Furono fatte diverse ipotesi sul decesso, come conseguenza di un incidente sul lavoro, come conseguenza di una violenta aggressione. Ma a distanza di 15 anni quel cadavere è rimasto senza nome.

GIGANTE SENZA NOME
Il 22 agosto 2005 un uomo di 35/40 anni fu trovato impiccato nel bosco in località Selva Piana, tra San Felice Circeo e Sabaudia. Alto tra un metro 87 e un metro e 92 centimetri, era probabilmente arrivato in quel posto con una bicicletta Topbike di colore blu, trovata vicino al suo corpo. Con protesi dentaria di tipologia in uso nei paesi dell'Est Europa, indossava una maglietta blu e un jeans corto a pinocchietto. Nonostante le indagini dei carabinieri per risalire alla sua identità, il cadavere di quell'uomo è ancora annotato nel registro.

LA DONNA CON IL ROSARIO
Aveva un rosario nella tasca dei pantaloni spezzato in più parti, la donna tra i 40 e i 50 anni che fu trovata morta al parco di Gianola a Formia il 23 maggio 2000. Castana scura, e corporatura media, di altezza 1,57 metri, indossava una maglia sull'altra a coprire quella intima con scollatura a V e il reggiseno, Jeans marca Original Reward, scarpe da passeggio femminili. Nonostante due anelli e diversi oggetti personali, la sua identità è rimasta sconosciuta.

IL TATUAGGIO BLU
Un uomo, presumibilmente investito da un treno, fu trovato morto lungo i binari dello scalo ferroviario Scauri/Minturno il 18 dicembre 1997. Capelli rossi, corporatura esile, 35 anni, aveva al braccio sinistro un tatuaggio blu e rosso, con un cobra e due volti di donna ai lati, con sotto la scritta El Diablo e sopra Litfiba.

IL MISTERO DEL CANALE
Era una gelida sera del 23 gennaio 1993 quando il corpo saponificato di una donna, tra i 35 e i 40 anni, dai lineamenti orientali e capelli scuri, fu rinvenuta nel canale delle Acque Medie, nei pressi dello stabilimento Incar. A guidare i Vigili del fuoco in quelle zone isolate che da poco avevano restituito altri cadaveri - frutto di omicidi - era stata una telefonata anonima di due ore prima, per segnalare la presenza del corpo. Il registro dei cadaveri senza identità la inquadrano oggi come una possibile madre: aveva una cicatrice nel basso ventre, tipo taglio cesareo; all'anulare sinistro una fedina senza alcun valore. Il suo nome è rimasto sconosciuto.

GLI SCONOSCIUTI DI APRILIA
Aveva presumibilmente tra i 60 e i 65 anni l'uomo trovato vivo, ma in stato d'incoscienza e senza documenti, presso la stazione ferroviaria di Aprilia. Era il 16 settembre 1992. Morì due giorni dopo presso la casa di cura in cui era stato ricoverato. Indossava un paio di jeans, una camicia bianca e blu e un paio di scarpe da ginnastica.
Anche questo un caso irrisolto, così come quello del rinvenimento di un uomo morto, senza identità, a Campoleone Tenuta Semmola, nel Comune di Aprilia. Era il 9 settembre 1991. Giacca scura, maglia di lana, camicia e pantaloni chiari, cinta tessuto intrecciato, privo di calzature e alcuni denti mancanti. La sua morte era stata fatta risalire a circa due mesi prima.

NON ERA LA ORLANDI
Chiude la lista dei cadaveri sconosciuti il caso di una donna trovata morta l'11 settembre 1983 a Priverno, all'interno di un fossato che lambisce il parco di San Martino.

Due giorni dopo l'Ansa scrisse che indossava una gonna beige chiara e una camicetta verde fantasia, due capi di buona fattura così come la sottoveste di marca tedesca e gli indumenti intimi. Nel registro dei cadaveri senza nome non è appuntato alcun dettaglio specifico se non che la morte era stata fatta risalire a 15/20 giorni prima la data del rinvenimento. La morte mistero di Priverno e la sepoltura del cadavere nel locale cimitero con il nome di Maria, nel 2019 fu accostato al caso della sparizione di Emanuela Orlandi, per via di una segnalazione effettuata alla trasmissione Chi l'ha visto? Ma la pista fu smentita dall'autopsia dell'epoca: la donna troppo bassa (un metro e 52) per essere Emanuela e aveva protesi dentarie assenti nella bocca della cittadina vaticana fatta sparire a Roma il 22 giugno 1983.

© RIPRODUZIONE RISERVATA