La sua pellicola ispirò il regista statunitense Quentin Tarantino per la realizzazione del suo film d'esordio, “Le iene” (1992), sia per la trama principale (la rapina andata male) che per alcune sequenze. Ringo Lam è morto ieri nella sua casa di Hong Kong all'età di 63 anni. Secondo quanto riferito dalla stampa locale, Lam è stato trovato in camera riverso sul letto dalla moglie in stato di incoscienza; all'arrivo dell'ambulanza, era già deceduto.
Nato come Lin Lingdong a Hong Kong nel 1955, studiò alla York University di Toronto in Canada. Insieme a John Woo e Tsui Hark, Ringo Lam è l'esponente più rappresentativo della seconda New Wave del cinema di Hong Kong, che si è fatto appoggiare da Jean-Claude Van Damme (che recitò per lui in tre film) per sfondare a Hollywood, affernandosi nella seconda metà degli anni '80. Tra i suoi film “The Twin Dragons” (1992), “Maximum Risk” (1996), “The Replicant” (2001), “Hell - Scatena l'inferno” (2003), “Wild City” (2015), “Sky on Fire” (2016).
Ringo Lam fu acclamato in Gran Bretagna e Usa per il suo film “City on Fire” (1987), un noir-urbano interpretato da Chow Yun-Fat e Danny Lee. “City on Fire” è la storia di un poliziotto infiltrato (Chow Yun-Fat) che, abbandonato nel suo difficile compito da un superiore troppo timido per difenderlo e angariato da un collega eccessivamente ligio alle regole, fraternizza con il criminale (Danny Lee) che dovrà inevitabilmente tradire.
Gli incassi rilevanti, i consensi unanimi e due Hong Kong Film Awards (miglior regia e attore protagonista) lanciarono due carriere: quella di Lam, d'ora in avanti libero di scegliere senza pressioni qualsiasi progetto di suo gradimento, e quella di Chow Yun-Fat, baciato dalla fortuna due volte nel giro di pochi mesi, con la contemporanea consacrazione ad opera di “A Better Tomorrow”.
Con il film successivo, “Prison on Fire” (1988), Lam rafforzò la sua immagine di autore 'nerò, dotato di una pungente vena ironica che in un contesto violento sottolinea la tragicità degli eventi.
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