Vaccino Covid, allo studio un farmaco universale contro virus e influenza: cominciati i test sugli animali

Vaccino Covid, allo studio un farmaco universale contro virus e influenza: cominciati i test sugli animali
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Venerdì 4 Giugno 2021, 15:24

È la sfida del prossimo futuro. Un vaccino universale antinfluenzale, con indicazioni preziose che arrivano dalla pandemia di suina H1N1 del 2009. Da mesi si susseguono gli avvertimenti degli scienziati in merito a nuove pandemie che potrebbero svilupparsi nei prossimi anni. Non si tratta di allarmismo ma di una eventualità concreta, spiegano gli scienziati, dovuta al fatto che attualmente sul pianeta sono presenti circa 1,6 milioni di virus che circolano tra mammiferi e uccelli. Di questi, circa 700 mila potrebbero avere il potenziale per infettare l’uomo e a oggi solo 250 sono stati identificati negli esseri umani. Gli altri non hanno ancora fatto il salto di specie. Come spiega Peter Piot, massimo esperto di virologia e scopritore del virus Ebola nel 1976, i virus sono così agili perché sono sempre alla ricerca del loro prossimo ospite: non possono moltiplicarsi senza una cellula vivente, hanno bisogno di piante, animali, esseri umani sensibili, quindi devono trovarli e poi passare in continuazione da uno all’altro.

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MUTAZIONE

La svolta potrebbe arrivare presto grazie a un vaccino universale per virus in rapida mutazione come l’influenza. Secondo uno studio guidato da Università di Chicago e Istituto di Ricerca Scripps, pubblicato su Science Translational Medicine, una strategia potrebbe essere quella di disegnare i futuri vaccini colpendo le parti più stabili del virus che si conservano nel tempo senza variazioni. L’influenza è un obiettivo molto sfuggente ai vaccini perché evolve rapidamente nel tempo, tanto che ogni anno è necessario cercare di prevedere quali varianti del virus potrebbero avere maggior diffusione stagionale e puntualmente ridisegnare dei nuovi vaccini. Una rincorsa che non sempre si rivela efficace ma che potrebbe essere evitata se si riuscisse a sviluppare un vaccino efficace contro qualsiasi variante, un siero universale antinfluenzale. La soluzione potrebbe arrivare ora dalla pandemia del 2019, la cosiddetta suina, dovuta al virus di tipo H1N1.

Analizzando le risposte immunitarie dei soggetti colpiti dal virus H1N1 lo studio ha verificato l’attivazione di linfociti B capaci di produrre anticorpi che colpiscono con successo una delle componenti più stabili del virus, la emoagglutinina (HA). «Non solo abbiamo trovato questi anticorpi ampiamente neutralizzanti, ma ora conosciamo anche un modo per attivarli efficacemente», precisa l’immunologa Jenna Guthmiller che ha guidato lo studio.

Il problema, sottolineano i ricercatori, è però che quando il sistema immunitario incontra una nuova variante del virus non genera quegli stessi anticorpi che risulterebbero super efficaci. Per ragioni ancora poco chiare il sistema reagisce come se fosse davanti a un virus completamente nuovo e cerca di prendere di mira le parti variabili del virus. Ma la scoperta potrebbe avere comunque profonde implicazioni perché, come suggeriscono i ricercatori, sarà ora possibile progettare vaccini universali usando come obiettivo la proteina HA ed evitare di far distrarre il sistema immunitario dalle parti variabili del virus.

LO STUDIO

I ricercatori del National institute of allergy and infectious diseases e dell’Istituto per la progettazione delle proteine della University of Washington school of medicine stanno sviluppando il potenziale primo candidato vaccino antinfluenzale universale utilizzando nanoparticelle, che possa indurre una risposta immunitaria di lunga durata. Nello studio pubblicato sulla rivista Nature, i ricercatori Steven L. Zeichner e Xiang-Jin Meng hanno dimostrato che queste speciali nanoparticelle inducono risposte anticorpali potenzialmente neutralizzanti e ampiamente protettive contro un’ampia gamma di virus influenzali. La sfida dunque è creare un vaccino che anticipi le possibili mutazioni dei virus, insegnando al sistema immunitario a riconoscere e combattere le varianti che potrebbero anche non esistere ancora. Il siero è stato sviluppato utilizzando un approccio innovativo che secondo Zeichner potrebbe un giorno aprire la porta a un vaccino universale per i coronavirus, da quelli che rischiano di trasformarsi in pandemie a quelli causa di un comune raffreddore. Gli scienziati hanno creato il vaccino utilizzando una nuova piattaforma ideata da Zeichner per sviluppare rapidamente nuovi vaccini. «La nostra piattaforma offre un nuovo percorso per produrre rapidamente vaccini a un costo molto basso che possono essere fabbricati in strutture esistenti in tutto il mondo, il che dovrebbe essere particolarmente utile per la risposta alle pandemie».

PRIMI TEST

Questo vaccino contro il coronavirus offre diversi vantaggi che potrebbero superare i principali ostacoli agli sforzi di vaccinazione globali. Costerebbe circa un dollaro a dose, sarebbe facile da immagazzinare e trasportare, anche in aree remote del mondo, e potrebbe essere prodotto in grandi quantità utilizzando le fabbriche esistenti per la produzione di vaccini. Il siero di Zeichner e Meng prende di mira una parte della proteina spike del virus, il «peptide di fusione virale», che è universale tra i coronavirus. Meng e Zeichner hanno realizzato due vaccini, uno progettato per proteggere contro il Covid-19 e l’altro contro il coronavirus dei maiali, tra loro parenti lontani. I primi test sugli animali avrebbero mostrato risultati promettenti.

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