Ansia, stress e demenza senile: l'arte di guarire, la cura è al museo

Le ricerche dimostrano che visitare mostre e gallerie abbassa del 60% i livelli di cortisolo

Ansia, stress e demenza senile: l'arte di guarire, la cura è al museo
di Carla Massi
4 Minuti di Lettura
Giovedì 15 Giugno 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 07:43

Al Museo Egizio di Torino, lo scorso autunno, sono stati aperti ambulatori dei medici di base.

I pazienti aspettavano nelle sale tra gruppi statuari, mummie, papiri, arredi funerari. Obiettivo: l’effetto sulla psiche. I dottori canadesi, da qualche anno, prescrivono visite museali come terapia per abbassare i livelli di ansia e stress. Una ricerca dell’Università di Westminster nel Regno Unito è arrivata alla conclusione che una visita in un museo o una galleria d’arte durante la pausa pranzo riduce il livello del cortisolo, l’ormone legato allo stress. A Milano, il Museo di Storia Naturale e la Galleria d’Arte Moderna hanno aderito al progetto Asba (Anxiety, Stress, Brain-friendly museum, Approach - il museo alleato del cervello contro ansia e stress. Prevede l’utilizzo di varie tecniche finalizzate al benessere: la mindfulness, l’arte-terapia e la strategia sperimentale basata sul mix di patrimonio culturale e natura. Il lavoro di tre ricercatori della IULM (Istituto Universitario di Lingue Moderne) pubblicato dalla National Library of Medicine negli Stati Uniti (la più grande biblioteca medica del mondo) ha dimostrato che le esperienze nelle stanze dei musei sono in grado di ridurre i livelli di stress e ansia nella maggior parte delle persone che hanno partecipato alla ricerca. Al termine della visita il campione preso in esame ha mostrato un aumento medio del benessere del quaranta per cento e una diminuzione del sessanta per cento dei livelli di cortisolo. Andare al museo ridurrebbe anche l’intensità del dolore cronico e sarebbe in grado di contrastare (rallentare) gli effetti della demenza senile. Come rivela l’esperienza al Museo di Palazzo Abatellis di Palermo, che attraverso un approccio non farmacologico per pazienti geriatrici con disturbi della memoria, attua “percorsi di bellezza museale” per il recupero dei loro ricordi autobiografici, in collaborazione con il Policlinico cittadino. «Portare l’arte nella vita delle persone attraverso attività come la danza, il canto e andare a musei e concerti offre una dimensione aggiuntiva a come possiamo migliorare la salute», sentenzia l’Organizzazione mondiale della sanità che invita i Paesi a utilizzare nuove formule per aiutare donne e uomini a mantenere o ritrovare un equilibrio psicofisico.

La relazione con le opere e con la bellezza (occasione da prendere al volo in estate) si conferma sempre di più un sostegno valido, accanto alle terapie mediche, nell’affrontare aspetti legati alle malattie.

GLI EFFETTI

Una ricerca del neuroscienziato Semir Zeki, all’Università di Londra, ha dimostrato che la semplice esposizione alle opere d’arte porta a un aumento della dopamina, neurotrasmettitore associato ai processi di ricompensa, e dell’attività nella corteccia frontale del cervello. Con conseguenti sensazioni di piacere. Andare a un museo, ascoltare musica, guardare un film e immergersi in scenari naturali sono attività che attivano i nostri sensi richiedendo concentrazione, stimolando la nostra creatività e facilitando la comunicazione con noi stessi e con gli altri. È in linea con questa filosofia “terapeutica” uno dei corsi di quest’anno dell’Università di Milano, comprensivo di workshop a maggio scorso, dal titolo: “Effetti psicologi di natura e cultura: teorie ed esperienze nell’eco museo dei lazzaretti veneziani”. A guidare il progetto Paolo Inghilleri, Ordinario di Psicologia Sociale, Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali, Università di Milano. Parliamo di un’isola nella Laguna centrale di Venezia (la sua superficie è di circa due ettari e mezzo) vicina al Lido. Nel 1423 fu scelta dal Senato della Repubblica di Venezia per istituire, prima volta al mondo, un ospedale destinato all’isolamento dei malati di peste. Diventata poi magazzino militare, l’isola sta riprendendo vita attraverso importanti opere di restauro. Non stupisce, dunque, che un’azienda come l’italiana Menarini dal 1956 affianchi alla produzione farmaceutica la pubblicazione di volumi d’arte. Quest’anno la monografia è sul Botticelli firmata da Cristina Acidini, già soprintendente dei musei d’arte di Firenze. «La collezione d’arte vuole valorizzare i grandi artisti italiani e farli conoscere anche ai più giovani - spiegano Lucia e Alberto Aleotti, azionisti e membri del Board di Menarini - Scoprire Botticelli con le sue inquietudini dietro la meraviglia dei suoi quadri rende questo artista molto vicino al sentire contemporaneo». L’arte come cultura, l’arte come cura.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA