«Il vaccino antinfluenzale riduce le morti per Covid grazie alle difese immunitarie rafforzate»

«Il vaccino antinfluenzale riduce le morti per Covid grazie alle difese immunitarie rafforzate»
di Cristiana Mangani
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Martedì 29 Settembre 2020, 07:51 - Ultimo aggiornamento: 07:57

Quanto può incidere un vaccino antinfluenzale nella difesa contro il Covid-19? Se ne parla tanto in questi giorni di grande corsa alla vaccinazione stagionale. E un nuovo studio del centro cardiologico Monzino ne confermerebbe la validità. Rivela, infatti, la ricerca scientifica che nel periodo del lockdown è stato possibile osservare una relazione inversamente proporzionale tra copertura delle vaccinazioni antinfluenzali e numero di contagi e morti per coronavirus nelle regioni italiane. E che dati alla mano, un aumento dell'1% delle coperture vaccinali avrebbe permesso di evitare 1.989 decessi causati dal Sar-Cov 2.


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Il confronto


«Quel che abbiamo fatto è stato mettere in relazione i dati regionali sui tassi di vaccinazione antinfluenzale dello scorso anno con quelli sulla diffusione di Covid negli over 65 - spiega Mauro Amato, ricercatore del centro cardiologico Monzino e primo autore dell'articolo - Dai risultati è emersa una situazione piuttosto chiara: la prevalenza delle infezioni da Sars-Cov-2, gli accessi in ospedale con sintomi riconducibili a Covid, gli accessi in terapia intensiva e i decessi, sono tutti risultati maggiori nelle regioni in cui i tassi di vaccinazione erano stati più bassi. Un dato sottolinea che trova conferma anche nelle conclusioni di ricerche simili svolte in paesi come il Brasile. E che se per ora non può dimostrare un nesso causale tra vaccino antinfluenzale e Covid, permette comunque di formulare alcune ipotesi».

«È noto che nei bambini Covid 19 si presenta con un'incidenza minore e sintomatologie che tendono a essere più blande - aggiunge Damiano Baldassare, coordinatore dello studio, responsabile dell'Unità per lo studio della morfologia e della funzione arteriosa del Monzino e professore del dipartimento di Biotecnologia medica dell'università di Milano - E tra le ipotesi proposte per spiegare questa resistenza vi è anche il fatto che in età pediatrica si è sottoposti più spesso a vaccinazioni di qualche tipo: è noto infatti che i vaccini possono determinare un'immunità crociata, o meglio addestrata, anche nei confronti di altre patologie infettive».

In buona sostanza, tendono a potenziare le reazioni immunitarie dell'organismo in modo generalizzato. Ed è proprio questo aspetto che aiuta a difendersi anche dal Covid, perché se diminuiscono le probabilità di infezione si riducono anche la gravità dei sintomi e delle complicazioni. «Abbiamo stimato che un aumento dell'1% della copertura vaccinale negli over 65 avrebbe potuto evitare 78.560 contagi, 2.512 ospedalizzazioni, 353 ricoveri in terapie intensive e 1.989 morti per Covid-19 - conclude Amato - Il messaggio che arriva dal nostro studio è senz'altro di incentivare le vaccinazioni antinfluenzali nei prossimi mesi, sia per gli over 65 che nella popolazione generale. Se la vaccinazione rende più resistenti gli anziani e bambini è probabile che faccia lo stesso in tutte le fasce di età. E quindi più persone si vaccineranno, più aumenterà la resistenza della popolazione al virus, e diminuirà di conseguenza la sua circolazione».
 

Tutti d'accordo


Una conclusione sulla quale molti studiosi si trovano d'accordo. A cominciare dal virologo dell'università di Milano, Fabrizio Pregliasco, che dichiara: «È un lavoro interessante, che conferma elementi emersi dalle osservazioni sulle vaccinazioni, non solo quella anti-influenza, e Sars-Cov2». L'indagine, pubblicata su Vaccines, evidenzia, infatti, quanto il tasso di copertura della vaccinazione anti-influenzale nella popolazione degli ultra 65enni abbia mostrato un minor numero di contagi, un minor numero di pazienti ricoverati con sintomi, un minor numero di pazienti in terapia intensiva e di decessi. «Altri studi - afferma Pregliasco - hanno mostrato un effetto della vaccinazione anti-tubercolosi o di quelle dell'infanzia, contro il nuovo coronavirus. Si tratta di elementi da confermare, che però ne evidenziano l'importanza e anche l'effetto sul sistema immunitario. Un filone che è di particolare interesse proprio in vista della stagione influenzale», conclude il virologo.

L'importante ora è che la quantità di vaccino destinata alla popolazione sia sufficiente. Visto che, al momento, le 17,8 milioni di dosi acquistate basteranno a garantire la protezione solo a 1 italiano su 3, considerando i 60 milioni di persone che vivono nel nostro paese.

 

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