«Abbiamo chiamato più volte il numero delle emergenze, ma ci hanno risposto che non avevano auto»: in questa frase si racchiude il dramma e lo sbigottimento degli abitanti di due palazzi a via san Francesco a Ripa, Trastevere, cuore della movida selvaggia. Avevano protestato per gli schiamazzi di un folto gruppo di nottambuli. Poi la reazione: l’assalto agli appartamenti a sprangate, porte sfondate, vetri rotti, auto danneggiate. Paura. Terrore. Chiamate alle Forze dell’Ordine: silenzio.
Le proteste dei cittadini esasperati, in almeno tre vaste zone del rione sono ormai una litania inascoltata. Dunque: Trastevere zona franca? C’è da temerlo se la movida dalla sera all’alba, complici i locali che distribuiscono alcol fuori orario, si prende tutto e fa a brandelli la quiete e la convivenza civile.
Quando la movida, da elemento di piacevole socializzazione si trasforma in fenomeno che entra a gamba tesa nella prateria dell’illegalità, allora si deve dire basta, deve scattare la tolleranza zero. Si deve accendere la spia rossa e la sirena della risposta delle istituzioni preposte alla sicurezza. Non solo con il machete dei blitz annunciati e sbandierati, delle azioni muscolari una tantum. Serve il bisturi delle investigazioni mirate, quasi da intelligence. L’atto intimidatorio della “spedizione punitiva” verso chi reclama quiete è un salto di qualità da fermare. La movida non canta la violenza.
graldi@hotmail.com
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