Lo strano caso delle svolte con freccia retroattiva

di Mauro Evangelisti
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Venerdì 1 Gennaio 2016, 23:49

Mettere la #freccia a #Roma? No. Qua vanno a #telepatia
@AsiaTank



L’estinzione delle frecce. O forse no: il moltiplicarsi degli indicatori che cominciano a lampeggiare quando ormai l’auto ha svoltato, una sorta di provvedimento retroattivo che però non tutela la sicurezza di chi segue, magari con lo scooter. Andiamo per ordine: la rilevazione è stata svolta da una associazione seria e affidabile come l’Asaps (amici della polizia stradale). Hanno monitorato l’uso degli indicatori in alcune grandi città italiane e Roma - non è una sorpresa - risulta in linea, se non capofila, con i risultati deludenti.

Una volta su tre chi svolta o chi cambia corsia non mette la freccia, per la precisione avviene nel 36 per cento dei casi. La domanda a cui è davvero difficile dare una risposta è: perché? Altre violazioni diffuse a Roma, per quanto pericolose e odiose, hanno una ragione: passi con il rosso perché vuoi fare presto, parcheggi in doppia fila perché non trovi un’area di sosta, non ti fermi quando c’è un pedone sulle strisce perché non hai tempo da perdere visto che stai salvando il mondo da uno scienziato pazzo che sta per fare esplodere la bomba atomica.

Ma la freccia è gratis e non ha controindicazioni, perché non la usi? C’è poi la tribù delle frecce retroattive. Quelli che mentre aggiornano lo status su Facebook e si fanno un selfie alla guida, svoltano, si accorgono che hanno appena tagliato la strada a uno scooter e a un bus a due piani, e allora - tac - allungano il dito sulla leva dell’indicatore per potere dire, con espressione innocente, «ma che volete da me? io la freccia l’avevo messa».


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