Far ridere i bambini: un lavoro che ha cambiato la vita di Skipper (e di tanti altri)

Far ridere i bambini: un lavoro per tanti ragazzi a Roma
di Pietro Piovani
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Lunedì 25 Aprile 2022, 00:25

A 18 anni Gaetano ha lasciato Lampedusa e si è trasferito a Roma per inseguire il sogno del teatro. «Non volevo fare l'attore, mi interessava quello che succedeva dietro la scena, come nasce uno spettacolo». Dopo un corso di teatro, è andato in un villaggio turistico a fare l'animatore e lì ha capito che quello era il suo mestiere. Ha aperto una piccola associazione, “Animatori nel Cuore”, organizzazione di feste e altri eventi. Oggi, 17 anni dopo, quell'associazione è una società che dà lavoro a 15 persone tra dipendenti e collaboratori. Ed è solo una delle tante agenzie che a Roma offrono lo stesso servizio, un mondo vasto e poco conosciuto, un mestiere con cui si guadagnano da vivere tantissimi ragazzi. «Per quanto ne so io in città ci sono almeno 70 agenzie, contando anche i free lance e gli operatori improvvisati arriveremo a 2 mila persone» dice Gaetano, che ha scelto come nome d'arte Skipper. «Il lavoro è tanto, questa settimana abbiamo avuto 29 feste, qualcuna a volte la rifiutiamo, troppe richieste, ci servirebbero più animatori ma non li troviamo.

Qualche volta mi sono fatto tre compleanni in un giorno. Mi sveglio alle sei di mattina e vado a letto a mezzanotte, sono abituato così, quando è arrivato il Covid e per tre mesi mi sono dovuto fermare è stato uno choc». Negli anni, Skipper ha avuto l'occasione di lavorare nel teatro, al cinema o in televisione, ma quel mondo gli piace poco. «Invece quando ho fatto divertire bambini che da poco avevano vissuto un lutto, o quando ho fatto il volontario in un reparto pediatrico oncologico, è lì che ho pensato: questo è il lavoro della mia vita».

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