Quando Roma era un paradiso. O forse no

Audrey Hepburn e Gregory Peck in "Vacanze romane"
di Pietro Piovani
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Giovedì 30 Giugno 2016, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 10:28
Roma negli anni '50 doveva essere
veramente bella...(relativamente)
Sgombra da macchine, parzialmente
intatta, forse se respirava. forse.
@chitarrina232



Quanta nostalgia per “Quando Roma era un paradiso”, come recita il titolo di un libro di recente pubblicazione. Certo doveva essere bella la Roma degli anni Cinquanta, con i divi americani a via Veneto e gli scrittori seduti ai caffè di piazza del Popolo. Eppure, mentre nei cinema si proiettava il film “Vacanze romane”, nelle librerie usciva un romanzo di Pasolini che raccontava gli stessi luoghi da un’altra prospettiva. “Ragazzi di vita” al di là del suo altissimo valore letterario, è un documento di cosa era davvero la Roma di allora. Una città piena di ladri e di morti di fame, gente che rimediava la giornata come sapeva, e cioè rubando.

Rubavano i tombini di ghisa dalle strade, i semiassi dalle officine, le caciotte al mercato, i cavolfiori negli orti, persino le elemosine ai mendicanti ciechi. E quando proprio andava male, finivano a rovistare tra i rifiuti delle discariche, perché una cosa che proprio non scarseggiava era l’immondizia, anche se la parola “degrado” ancora non esisteva. Giovani romani senza casa che dormivano nei pianerottoli dei palazzi, che morivano di tubercolosi. E questo avveniva non nella periferia suburbana, non tra le baracche degli immigrati meridionali: i luoghi frequentati dai ragazzi di vita erano Monteverde, Trastevere, Testaccio, il Laterano, il centro storico, con i turisti che passeggiavano tra gli orinatoi intasati (oggi chi ricorda più il fetore dei vecchi vespasiani?), nei vicoli dove la gente faceva i bisogni, sul lungotevere dove i maschi si prostituivano.

Questa era la Roma degli anni Cinquanta. Poi, certo, c’era anche la vespetta di Audrey Hepburn che volava leggera per il Tritone. E a pensarci bene una differenza rispetto a oggi c’era: non esisteva il traffico, anche perché quasi tutti andavano a piedi.

pietro.piovani@ilmessaggero.it
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