Roma, strisce sparite, semafori in tilt, l’odissea (infinita) dei pedoni

Roma, strisce sparite, semafori in tilt, l’odissea (infinita) dei pedoni
di Fabio Rossi
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Mercoledì 19 Giugno 2019, 10:42
Sono 16 i pedoni morti a causa di incidenti sulle strade di Roma, dal 1° gennaio a ieri, a cui si aggiungono più di 900 feriti e 128 coinvolti in scontri ma senza subire lesioni. I dati della polizia locale dipingono un quadro in miglioramento sul fronte dei decessi (lo scorso anno a questo punto se ne erano già registrati 30), ma in peggioramento per quanto riguarda il numero dei feriti. Tre le tipologie più frequenti ci sono gli investimenti di pedoni sulle strisce, molto spesso semicancellate - un incidente su tre, per le strade romane, è dovuto alla cattiva manutenzione della segnaletica - il mancato rispetto del semaforo da parte degli automobilisti (ma anche semfaori stessi impazziti, come l’altro giorno in via Giulio Cesare dove un bus ha investito una ragazza) e gli incidenti dovuti alla mancanza di marciapiede o colonnotti di protezione o, in numero minore, all’imprudenza degli stessi pedoni, travolti mentre camminano sulla carreggiata.
 
Questi, secondo le statistiche, gli incroci più pericolosi per i pedoni: via Merulana-via Labicana, via della Pineta Sacchetti-via Clemente III, via Cristoforo Colombo-via Costantino, piazza di Villa Carpegna-via della Madonna del Riposo. A questi si aggiungono le altre intersezioni con alto tasso di mortalità generale: in testa alla classifica, a Nord-Ovest c’è l’incrocio tra via di Torrevecchia e via Boccea, a Est quello tra la Prenestina e la Togliatti. Poi via Prenestina-via Cannaroli, via Prenestina-via di Rocca Cencia, viale dell’Oceano Atlantico-via Rhodesia, via Cristoforo Colombo-via Padre Semeria, via Cristoforo Colombo-via dei Georgofili. Nel cuore della città i pericoli maggiori arrivano tra Circo Massimo e Colosseo, ossia proprio nell’area archeologica più visitata dell’Urbe. Gli incroci con il maggior numero di incidenti, da quelle parti, sono quello tra via di San Gregorio e via dei Cerchi e, soprattutto, piazzale Ugo La Malfa, dove via delle Terme Deciane confluisce in via del Circo Massimo. Allontanandosi dal centro, sono particolarmente a rischio gli incroci sulle arterie radiali che escono dalla città. Oltre alla Nomentana, che vanta diversi punti a rischio investimenti, in via Cristoforo Colombo, da tempo ai vertici della classifica delle strade romane a rischio, il punto più delicato è piazzale 25 marzo 1957, dove confluiscono viale dell’Oceano Atlantico e viale dell’Oceano Pacifico. E dove, da anni, si attende la realizzazione del nuovo svincolo degli Oceani, proprio per ridurre congestione (e pericoli) per le migliaia di auto che passano da lì ogni giorno.
 
Lo scorso anno all’Esquilino ben cinque volte sono stati investiti pedoni nell’incrocio tra piazza Vittorio Emanuele II e via Mamiani. Stesso discorso per via di S. Petronilla all’incrocio con via delle Sette Chiese nell’VIII Municipio. Come via al Quarto Miglio all’incrocio con via Annia Regilla o tra via Tuscolana e via Veturia nel VII. Ricorrono incidenti con feriti anche in via della Casetta Mattei, via della Magliana, via Trullo, via Grimaldi, via di Bravetta, viale di Trstevere all’incrocio con via Carlo Porta. Nel Municipio II spiccano gli incidenti in viale Regina Margherita, corso Trieste e via Giovanni Severano.
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