Roma, morto da due settimane nella sua camera e dimenticato dai fratelli che vivevano con lui

Roma, morto da due settimane nella sua camera e dimenticato dai fratelli che vivevano con lui
di Camilla Mozzetti
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Giovedì 15 Aprile 2021, 00:19 - Ultimo aggiornamento: 16 Aprile, 10:36

Nel condominio a pochi passi da via Lorenzo il Magnifico lo chiamavano tutti il “poeta” per via di quella passione innata che aveva per la letteratura. Ma nessuno in tanti anni aveva mai capito cosa facesse R.L.R, 82 anni, nella vita oltre a leggere libri.

La sua è una storia di «disperazione e disagio» raccontano alcuni degli inquilini del palazzo al civico 5 di via Pandolfo I. L’uomo è stato trovato privo di vita martedì mattina, steso su un fianco nella sua camera da letto, dopo che proprio gli altri residenti dell’edificio di quattro piani avevano da giorni iniziato a sentire un cattivo odore. Il “poeta” però non viveva da solo, condivideva l’appartamento al terzo piano con altri due fratelli, ex ferrovieri ormai in pensione, e una sorella che non si sono accorti della sua morte. «Una famiglia complicata, piena di problemi e difficoltà psicologiche», aggiungono i vicini.

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IL RITROVAMENTO
Martedì mattina, per il forte odore che aveva invaso tutto il condominio entrando finanche negli appartamenti, alcuni vicini hanno suonato alla porta del “poeta” e la sorella ha aperto loro facendoli entrare.

Del fratello ha detto solo che giorni fa era rientrato dopo una passeggiata e si era poi chiuso in stanza, a chiave. Lo faceva spesso ma i fratelli, attanagliati dai loro problemi, non avevano bussato, non lo avevano cercato. Come se a casa non fosse mai rientrato, come se quell’uomo non vivesse lì.

«Si è chiuso in camera e poi non lo so, non l’ho più sentito», ha raccontato la sorella che ha poi chiamato, su suggerimento dei vicini, la polizia. Quando gli agenti delle Volanti sono arrivati sul posto è stato necessario sfondare la porta della camera da letto perché l’uomo non rispondeva e l’odore che ha colto dritto al volto gli agenti non lasciava margini per ipotizzare altro se non un decesso avvenuto diversi giorni prima. A cascata è arrivata anche la Scientifica e il medico legale che da una prima analisi non ha ravvisato ferite ipotizzando dunque una morte naturale, forse cagionata da un infarto. Ad essere allertati anche i servizi sociali dell’Asl considerato lo scenario che gli agenti di polizia ma anche i vicini si sono trovati di fronte varcando la soglia dell’appartamento. Dentro c’era di tutto: oggetti di ogni tipo accatastati in ogni angolo a riempire mobili, armadi e credenze. Le condizioni igienico sanitarie erano pessime: motivo per cui sono stati allertati i servizi sociali. 


L’ARRIVO A ROMA
«Abitano tutti e quattro qui da almeno vent’anni, arrivarono con la madre rimasta vedova da Itri, un piccolo paese vicino a Formia», racconta Vincenzo, residente del palazzo. «Poi, che le devo dire, non mi faccio gli affari degli altri ma tutti noi avevamo capito che quella famiglia aveva dei problemi». Della sorella del “poeta” nessuno saprebbe descrivere se non dopo averla vista martedì mattina i lineamenti del viso. «Non usciva praticamente mai di casa», continua Vincenzo. Mentre degli altri due fratelli uno sembra avesse problemi comportamentali provocati dal disturbo di accumulo patologico seriale.

«Non mi ricordo quanto tempo fa - aggiunge un altro condomino - riempì il cortile con contenitori d’acqua, ce ne saranno stati venti o trenta alla fine chiedemmo che fossero tolti». Il corpo del “poeta” è stato messo a disposizione dell’autorità giudiziaria e il pm di turno Maria Sabina Calabretta, ha disposto l’autopsia. «È difficile capire i veri drammi delle persone pur abitando di fronte - conclude il dirimpettaio dell’82enne - questa vicenda ha comunque sconvolto tutti noi».
 

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