Roma, la nuova ciclabile su Lungotevere è un Risiko: slalom tra clochard e incuria

La nuova ciclabile è un Risiko slalom tra clochard e incuria
di Laura Bogliolo
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Domenica 15 Novembre 2020, 10:03

 I cassonetti a mezzo centimetro dalle strisce pedonali ostruiscono la visuale dei pedoni ma anche alle auto che sfrecciano veloci su lungotevere Arnaldo da Brescia dove da qualche giorno è apparsa una nuova pista ciclabile, circa duecento metri da via Luisa da Savoia a via Cesare Beccaria. Dove inizia e dove finisce la ciclabile? I cartelli dei vigili intimano di non parcheggiare perché «i lavori sono in corso», ma intanto i residenti si sono ritrovati con una nuova viabilità senza che nessuno abbia condiviso il piano del Comune. I RISCHI «Siamo con meno parcheggi e con una pista rischiosa per i ciclisti, della quale nessuno ha annunciato nulla». A parlare è l’avvocato Francesco Napoletano, residente e responsabile nazionale del decoro urbano di Anta (Associazione Nazionale per la Tutela dell’Ambiente). Se vi trovate a passare su lungotevere Arnaldo da Brescia e notate qualcosa di “strano” la responsabilità della visione inusuale e bella considerando la città in cui vivete, è anche a causa sua. Insieme a tanti volontari e a Retake, ha fatto diventare un gioiello lo spartitraffico che dopo anni di battaglie il Comune ha deciso di affidargli. Troverete un’area verde ben curata, fiori e niente più assembramenti di senzatetto. A curare la zona, dopotutto, ci pensano loro, i residenti. Gli stessi che l’altro giorno, hanno visto piombare dall’alto il progetto della pista ciclabile. Secondo il giusto piano (almeno formalmente) di Roma Capitale, si progettano 150 chilometri di tragitto per gli appassionati delle due ruote. Ma come accaduto in altri casi, una condivisione anche con i residenti non avrebbe sicuramente portato nessun danno ai progetti.

Lo schema applicato a lungotevere Arnaldo da Brescia i romani lo conosco da tempo. Si tratta di una pista transitoria, senza protezioni per ora, così come accaduto su via Tuscolana e su via Gregorio VII dove, tra l’altro, i residenti stanno raccogliendo firme per fermare il progetto che ritengono «folle».

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A Roma Nord, come denunciato dal Messaggero, hanno fatto scandalo i cassonetti spostati sulla carreggiata durante i cantieri senza alcuna segnalazione che hanno messo in pericolo soprattutto la vita dei centauri. E ora c’è un nuovo “caso” nella storia infinita che racconta la costruzione delle piste ciclabili. «Nulla contro le piste - sottolinea Napoletano - ma ci sono elementi che andrebbero studiati in modo approfondito, anche per tutelare la salute dei ciclisti». Nel quartiere a pochi passi da piazza del Popolo, si parla ovviamente del restringimento della carreggiata dovuto alla pista transitoria, ai cassonetti posizionati a qualche centimetro dalle strisce pedonali, ma anche di quel cantiere abbandonato da anni tra Ponte Regina Margherita e Ponte Matteotti per la realizzazione di 150 posti. A novembre la Giunta capitolina ha dato il via libera alla variante del progetto. Molti mesi prima, il Comune aveva affisso dei cartelloni con la scritta: «Scusate per il disagio». In attesa che qualcosa accada, l’altro giorno c’era il solito assembramento di senzatetto, malviventi e parcheggiatori abusivi. 

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