Ma la signora è morta o non è morta? Quel che è successo ieri mattina a Nettuno, sul litorale sud della Capitale, ha del kafkiano. Prima arriva l’ambulanza a soccorrere un’anziana donna, ultranovantenne, affetta da gravissime patologie e anche dal Covid. Per lei c’è poco da fare e i familiari preferiscono lasciarla in casa piuttosto che portarla a morire in ospedale. Quindi l’equipaggio se ne va via, raccomandando ai familiari di chiamare la guardia medica qualora sopraggiungesse il decesso. Poi il decesso avviene - o almeno sembra - il medico di guardia della Asl arriva ma non ha i dispositivi di protezione individuali per affrontare un Covid, non se la sente di entrare e, alla fine, stila il certificato di morte, ma “sulla parola”. È a questo punto che accade qualcosa che ha dell’incredibile.
IL PANICO
Adriana Magliozzi aveva 95 anni, la figlia Marinella Castaldi racconta che si era aggravata nella mattinata. «Quando è arrivata l’ambulanza gli addetti l’hanno aiutata liberandole le vie respiratorie ma ci hanno detto chiaramente che la situazione era molto critica.
La figlia, arrivata da Londra nei giorni scorsi per l’aggravarsi della nonna, conferma il racconto. Ma i colpi di scena non erano finiti. A una nipote viene il dubbio: e se respirasse ancora? Prende il saturimetro che le era stato staccato e lo riposiziona. Quindi, l’urlo di sorpresa: «Il cuore batte!». «Non sapevamo che fare, poi l’agenzia funebre ha detto di richiamare il 118». Intanto anche il saturimetro si ferma. Torna l’ambulanza. «Questa volta a bordo c’era una dottoressa bravissima che aveva già visto mamma la scorsa settimana e ha stilato il certificato di morte». Quello vero.