Interventi «chirurgici», zone rosse anche in pochi palazzi, dove si concentrano i casi Covid. E la possibilità di rendere obbligatorie le mascherine all’aperto, come è avvenuto a Parigi, se la curva dei contagi dovesse continuare a salire. «Ci aspettavamo una ripresa dei casi, purtroppo ci sono tanti asintomatici in circolazione», racconta Alessio D’Amato, l’assessore alla Sanità del Lazio, al termine di una giornata che ha innalzato il livello di guardia nella regione: 238 casi, mai così tanti, 141 solo a Roma. Alla Pisana non vogliono creare allarmismi, ma sottotraccia si lavora a una strategia di contenimento del virus, se la situazione dovesse ulteriormente aggravarsi.
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LE CHIUSURE
L’idea è quella di istituire nuove zone rosse. La prima potrebbe interessare il Sud Pontino, nell’area del mercato ittico diventato un cluster, con decine di contagiati. Ma è uno schema che si può applicare anche in città, in aree molto ristrette: condomìni, gruppi di palazzi. «Abbiamo sperimentato diversi modelli dall’inizio del lockdown - riprende l’assessore D’Amato - per esempio nel comune di Nerola o a Fondi, oppure in alcuni stabili a Roma, come l’ex Selam Palace». L’altra misura su cui ragionano gli esperti del Sistema sanitario regionale è l’obbligo di mascherina all’aperto. Non solo in caso di assembramenti, come avviene oggi. «È una misura classica, - spiega D’Amato - è già stata messa in atto in altre capitali europee quando sono aumentati i casi in modo esponenziale, penso per esempio a Parigi».
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