Ciclabili, slalom nel degrado. E la Nomentana è un miraggio

Ciclabili, slalom nel degrado. E la Nomentana è un miraggio
di Camilla Mozzetti
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Domenica 30 Giugno 2019, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 14:21
Le reti da pollaio sono ancora lì, a ingabbiare uno dei sogni dell'amministrazione di Virginia Raggi, tanto attenta a promuovere la mobilità sostenibile. Ovvero a incentivare l'uso tra i romani delle biciclette, creando per loro non solo eventi, ma anche percorsi ad hoc e piste capaci di collegare il centro alla periferia mutando l'aspetto della città e avvicinandola agli esempi di altre grandi capitali europee. Senza dimenticare l'attenzione promessa sempre dal Campidoglio per quei percorsi già esistenti che, invece, non sono altro se non ricettacoli di degrado e di illegalità. Ad avercelo oggi il coraggio di imboccare con spensieratezza, in sella a una due ruote, una delle piste ciclabili della Capitale senza rendersi conto della vanità e vacuità delle promesse. Prendiamo ad esempio la grande pista ciclabile sulla via Nomentana, tanto voluta dall'amministrazione grillina.

A che punto siamo? Il cantiere è ancora aperto e qualche giorno fa è arrivata l'ennesima determina sulla proroga dei lavori. Quattrocento giorni o poco più: tanto il tempo necessario per realizzare l'opera. Era il gennaio del 2018 quando partì il cantiere e furono scanditi i tempi di realizzazione. Poi in mezzo sono planati i ritardi. E per carità , la colpa è sempre di qualcun altro. Dei reperti archeologici, ad esempio, che spuntano così dal nulla e impongono al Comune di rivedere il piano, annunciato tamburo battente oltre un anno fa.

IL CANTIERE
Che succede? Non è ancora ultimato il tratto finale: via val d'Aosta - via Valdarno, o meglio l'ultima fatica di Ercole. Nell'ultima determina si leggono tutti i passaggi: dal 27 maggio il cantiere è stato prorogato al 22 giugno e infine con il terzo cambio, la dead-line è stata spostata al 26 luglio e cioè tra quasi un mese. Basterà? I residenti della zona se lo augurano. Anche perché la zona, poco dopo la Batteria Nomentana, è diventata impraticabile. Lungo l'intera direttrice, che arriva a Porta Pia, sono stati cancellati 166 parcheggi per le automobili. Ma non è solo la Nomentana a versare in queste condizioni. Spostandosi al Tuscolano un altro cantiere resta aperto sull'altra pista targata Raggi con i lavori ancora in corso nel tratto di piazza di Cinecittà. E le altre piste? Quelle che l'amministrazione ha ereditato? Versano nell'abbandono.

LE ERBACCE
Castel Giulibeo è sormontato dalle erbacce. Sul percorso malandato con le indicazioni sbiadite ogni tanto si becca la biscia di turno, o peggio la vipera. Disastrosa a detta degli utenti e delle associazioni di appassionati la situazione che regna alla Magliana. Imboccare la pista ciclabile significa passare in mezzo ai rifiuti, giacché l'inizio del percorso si è trasformato in una vera discarica a cielo aperto. Non solo rifiuti comuni: anche elettrodomestici dati alle fiamme. «In questi giorni d'estate, con il caldo, sarebbe piacevole poter sfruttare la bicicletta anche nelle ore serali ma abbiamo paura», racconta Emilio Turatti residente di zona.
«Siamo andati in giro racconta Fausto Bonafaccia, a capo di BiciRoma a vedere lo stato delle piste. A Belle Arti manca la segnaletica orizzontate, sul Tevere con le bancarelle non si può passare e abbiamo chiesto al Campidoglio di intervenire, sulla Tuscolana, sentendo anche i residenti e percorrendola, ci siamo resi conto che alcuni tratti non sono regolari e continui e questo la rende pericolosa perché i ciclisti, in determinati punti, vengono ributtati in mezzo al traffico». Insomma «C'è ancora molto da fare», conclude Bonafaccia. Per dare una forma concreta alla mobilità sostenibile tanto desiderata dalla giunta grillina.
 
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