Tram, le ombre sull’opera: «Valutare i rilievi di Anac»

Dopo la lettera dell’Anticorruzione, la reazione della politica sul Termini-Vaticano

Tram, le ombre sull’opera: «Valutare i rilievi di Anac»
di Fernando M. Magliaro
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Domenica 3 Dicembre 2023, 00:15

Il giorno dopo la lettera di Anac, la politica si interroga: «Se anche l’Anticorruzione è intervenuta su questo progetto, non esistono davvero i presupposti per andare avanti», dice Marco Bertucci, presidente della Commissione Bilancio della Regione Lazio. E gli fa eco il capogruppo di Forza Italia alla Pisana, Giorgio Simeoni: «quante stranezze per una sola gara». Il progetto è quello della nuova tranvia che il Comune - con il contorno di lobby filotranviaria, vecchi politici e circoletti di pseudoambientalisti, humus di una certa sinistra - vuole realizzare fra Termini, il Vaticano e l’Aurelio: 8,9 km di doppi binari, 294 milioni di euro di costo e cantieri da aprile 2024 a luglio 2028.

I RILIEVI DELL’ANTICORRUZIONE

Lo scorso 17 novembre, il presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione, l’avvocato Giuseppe Busia, nel rispondere alla proposta di aggiudicazione della gara d’appalto per il tram Termini-Vaticano-Aurelio, la Tva, evidenzia due grandi problemi: il primo, un’anomalia nell’attribuzione dei punteggi relativi all’offerta tecnica redatti in forma «collegiale» anziché individuale. E la seconda, legata al problema del rispetto dei Patti di Integrità, quelli che devono garantire che non ci siano precedenti penali per nessuno dei vincitori di un appalto. Quest’ultimo aspetto, stando alle carte, non sarebbe rispettato e, per evitare possibili problemi, Anac ha chiesto che tutti i soggetti coinvolti - «imprenditore o componenti la compagine sociale o dirigenti dell’impresa con funzioni specifiche relative all’affidamento alla stipula e all’esecuzione del contratto» - firmino una specie di manleva rispetto alla clausola di risoluzione del contratto che potrebbe intervenire in questo caso.

LE REAZIONI

Spiega Bertucci: «Davanti al richiamo dell’Anac, un richiamo forte ed autorevole, e davanti ad un fronte del no così compatto, che in questi mesi ha portato ad appelli, proteste e segnalazioni di cittadini, associazioni, comitati, operatori del 118 e dai Vigili del Fuoco e relativi sindacati di settore, io credo sia dovere dell’amministrazione comunale di Roma riflettere sul progetto del Tva.

Mi appello al buon senso della maggioranza capitolina e chiedo di fermare il progetto ed ascoltare le istanze che arrivano da più fronti: il quadro che va delineandosi è chiaro, e proseguire su questa via non sarebbe giusto nei confronti di nessuno. Io trovo veramente assurdo che non vengano prese ancora in considerazione le istanze che arrivano dai cittadini sulla vicenda, così come trovo invece grave che non siano ascoltate le criticità segnalate in particolare dagli operatori del 118 e dai Vigili del Fuoco e dai loro sindacati di settore». Per questo, il presidente della Commissione Bilancio afferma: «Ritengo necessario portare la vicenda anche all’attenzione della Regione Lazio: siamo sicuri che non esistano alternative più moderne e meno costose al tram? Da quello che si apprende ci sono ed è necessario tenerle in seria considerazione in sostituzione del Tva, per il quale si parla di un costo di 294 milioni di euro».

Alle perplessità di Bertucci, si aggiungono quelle del capogruppo di Forza Italia, Simeoni: «Sono mesi che il Campidoglio ripete che la gara è cosa fatta. A dicembre scopriamo che Anac ha più di un rilievo da fare. Che c’è uno stranissimo modo di attribuire i punteggi al vincitore. Ci sono documenti da far firmare ai presunti vincitori per mettersi al riparo dai problemi sui patti anticorruzione. Ci sono i soggetti istituzionali che si occupano di sicurezza e emergenze che ci si è dimenticato di convocare in conferenza di servizi. Così come si registra la dimenticanza del parere dell’ospedale. E si evita di consultare il consiglio superiore dei lavori pubblici. Quante stranezze per una sola gara».

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