Il giorno dopo la lettera di Anac, la politica si interroga: «Se anche l’Anticorruzione è intervenuta su questo progetto, non esistono davvero i presupposti per andare avanti», dice Marco Bertucci, presidente della Commissione Bilancio della Regione Lazio. E gli fa eco il capogruppo di Forza Italia alla Pisana, Giorgio Simeoni: «quante stranezze per una sola gara». Il progetto è quello della nuova tranvia che il Comune - con il contorno di lobby filotranviaria, vecchi politici e circoletti di pseudoambientalisti, humus di una certa sinistra - vuole realizzare fra Termini, il Vaticano e l’Aurelio: 8,9 km di doppi binari, 294 milioni di euro di costo e cantieri da aprile 2024 a luglio 2028.
I RILIEVI DELL’ANTICORRUZIONE
Lo scorso 17 novembre, il presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione, l’avvocato Giuseppe Busia, nel rispondere alla proposta di aggiudicazione della gara d’appalto per il tram Termini-Vaticano-Aurelio, la Tva, evidenzia due grandi problemi: il primo, un’anomalia nell’attribuzione dei punteggi relativi all’offerta tecnica redatti in forma «collegiale» anziché individuale. E la seconda, legata al problema del rispetto dei Patti di Integrità, quelli che devono garantire che non ci siano precedenti penali per nessuno dei vincitori di un appalto. Quest’ultimo aspetto, stando alle carte, non sarebbe rispettato e, per evitare possibili problemi, Anac ha chiesto che tutti i soggetti coinvolti - «imprenditore o componenti la compagine sociale o dirigenti dell’impresa con funzioni specifiche relative all’affidamento alla stipula e all’esecuzione del contratto» - firmino una specie di manleva rispetto alla clausola di risoluzione del contratto che potrebbe intervenire in questo caso.
LE REAZIONI
Spiega Bertucci: «Davanti al richiamo dell’Anac, un richiamo forte ed autorevole, e davanti ad un fronte del no così compatto, che in questi mesi ha portato ad appelli, proteste e segnalazioni di cittadini, associazioni, comitati, operatori del 118 e dai Vigili del Fuoco e relativi sindacati di settore, io credo sia dovere dell’amministrazione comunale di Roma riflettere sul progetto del Tva.
Alle perplessità di Bertucci, si aggiungono quelle del capogruppo di Forza Italia, Simeoni: «Sono mesi che il Campidoglio ripete che la gara è cosa fatta. A dicembre scopriamo che Anac ha più di un rilievo da fare. Che c’è uno stranissimo modo di attribuire i punteggi al vincitore. Ci sono documenti da far firmare ai presunti vincitori per mettersi al riparo dai problemi sui patti anticorruzione. Ci sono i soggetti istituzionali che si occupano di sicurezza e emergenze che ci si è dimenticato di convocare in conferenza di servizi. Così come si registra la dimenticanza del parere dell’ospedale. E si evita di consultare il consiglio superiore dei lavori pubblici. Quante stranezze per una sola gara».