E' andata a fuoco la notte scorsa ad Aprilia l'auto di Luca Di Fiori, sindaco di Ardea.
L'episodio si è verificato in via Apriliana, una strada che collega la provincia di Latina con quella di Roma, al confine con i territori di Aprilia e Ardea. La Mini cooper diesel del primo cittadino, che in passato era stato oggetto di atti intimidatori, è stata praticamente distrutta dalle fiamme. Sono intervenuti i vigili del fuoco e i carabinieri di Aprilia, lo stesso sindaco si era prodigato per avere ragione delle fiamme. Non si escludono ipotesi sull'accaduto.
«Erano circa le due meno venti di questa notte - racconta il sindaco di Ardea Luca Di Fiori - ero appena rientrato a casa dopo una serata con alcuni amici.
«Ora bisogna tenere alta la testa, come sempre, e dare il senso di unità – ha spiegato il sindaco – Sembra quasi un disegno contro la città: sistematicamente, ad orologeria, si verificano eventi che, anche se creano materialmente pochi danni, uccidono le persone che vogliono cambiare questo territorio. E’ un morbo che entra dentro e avvilisce, distrugge, fa cadere le braccia. Ma noi a tutto questo non ci stiamo. I fatti successi negli ultimi anni che non hanno una connotazione e un colore politico, perché hanno investito consiglieri del centrodestra, del centrosinistra, di liste civiche, giornalisti, ex rappresentanti dell’Arma, uffici comunali, impongono una riflessione profonda. La città deve essere unita a prescindere da tutto e deve reagire in modo unitario. La prima telefonata che ho ricevuto questa mattina è stata del prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, sempre sensibile, e con il quale ho fissato un appuntamento nel pomeriggio di oggi per evidenziare queste nostre preoccupazioni. La prima reazione di questa notte, continua Di Fiori, è stato di sconforto perché sono preoccupato per la mia compagna e per mia figlia. Ora c’è la voglia di riscatto e di rispondere a nome della città che vogliamo e dobbiamo andare avanti. Bisogna proseguire con la svolta, che può avvenire soltanto col supporto, con l’aiuto, con l’impegno, di tutti i cittadini perbene e dei loro rappresentanti, politici e sociali, a ogni livello. Ecco quindi l’invito che rivolgo: uniamoci contro chi ci vuole far apparire la nostra città quello che non è”.