Quella ciclabile non s’ha da fare. A chiederlo sono residenti e commercianti del Flaminio, preoccupati dalla possibile sparizione di oltre 230 parcheggi. La pista nel mirino è quella di via Guido Reni, parte del Grab, il “grande raccordo anulare delle biciclette” che il Campidoglio sta portando avanti. Da inizio settimana sono comparsi gli operai sulla strada che dal ponte della Musica sul lungotevere taglia in direzione viale Tiziano. Poche centinaia di metri, dove però oltre ad abitazioni e uffici si trovano un mercato rionale, il teatro Olimpico, il Maxxi, l’Auditorium (l’unico ad avere dei posti auto a disposizione) e poi, superato il fiume, anche lo stadio Olimpico e il Foro Italico. E così i cantieri, oltre ai primi parcheggi, hanno fatto saltare i nervi di parecchia gente.
LE VOCI. «Abbiamo raccolto in poche ore oltre 200 firme contro il progetto» racconta Manuela Polito, una residente. «Non siamo contrari alle ciclabili ma ormai la situazione parcheggi nella zona è diventata insostenibile. Sulla scrivania dell’ufficio tengo un calendario, quando ci sono grandi eventi in zona cerco di andare via prima». Girando per via Guido Reni, il tenore delle risposte non cambia. Fabio Fabiani è il titolare di un bar che dà proprio sul cantiere del Grab. «Chiediamo lo stralcio del progetto, peraltro è evidente che questa pista ciclabile non sarà usata, come le altre in zona. Al contrario, quando ci saranno partite o concerti, in molti ci parcheggeranno comunque sopra l’auto». Dentro il mercato, la musica è la stessa. «Prima fai i parcheggi sotterranei e poi la ciclabile, no? » sbotta Emiliano De Angelis, titolare di un banco macelleria. «Negli anni scorsi il mercato si è visto togliere l’area di sosta dedicata, poi sono arrivate le strisce blu, ora questo cantiere» aggiunge dal suo banco vicino Loris Brocchini, secondo cui la soluzione in fondo esiste: «Sarebbe meglio che il progetto, invece di tagliare per via Guido Reni, proseguisse sul lungotevere fino a Ponte Milvio».
GLI INCONTRI. Giovedì il consigliere leghista Fabrizio Santori ha incontrato un gruppo di cittadini, depositando poi un’interrogazione urgente in assemblea capitolina. «Un intervento calato dall’alto» attacca l’esponente del Caroccio, prendendosela anche con il Municipio II, “colpevole” di aver «espresso parere favorevole al progetto ponendo condizioni che, a detta dei cittadini, sono state completamente disattese». Immediata la replica del Municipio. «Di principio non siamo contrari al Grab» risponde la mini-sindaca Francesca Del Bello, «ma già nel 2021, con la giunta Raggi, avevamo fatto presente che si trattava di un progetto che interveniva su un’area strategica, dove si discuteva del passaggio del tram su via Guido Reni, della riqualificazione delle ex caserme, di parcheggi sotterranei. Interventi che, sommati ad altri, cambieranno il volto del quartiere e che quindi andavano fatti insieme, cosa che non è successa. Per questo abbiamo presentato all’assessore alla Mobilità Eugenio Patané un nostro progetto alternativo per salvare quanti più posti auto possibile».
LE IPOTESI. In sintesi, oggi sono 421 i parcheggi in via Guido Reni, larga a seconda dei tratti tra 20 e 29 metri. Per realizzare il Grab si prevede allo stato attuale una ciclabile di tre metri al centro e poi, su entrambi i sensi di marcia, un marciapiede, un posteggio in linea, la carreggiata per le auto e un altro parcheggio in linea. «Così si salverebbero solo 187 posti auto, mentre noi proporremo di sostituire quasi ovunque le soste in linea con un’unica fila a spina di pesce, guadagnando 360 parcheggi e riuscendo anche a piantare degli alberi». Poi, prosegue Del Bello, «rendendo alcune strade laterali a via Guido Reni a senso unico, possiamo ricavare altri parcheggi, sempre a spina di pesce». Lunedì è prevista la discussione tra il Municipio e l’assessorato alla Mobilità. Quest’ultimo, secondo quanto filtrato, immagina di ridimensionare il progetto davanti al Maxxi (dove sono previste aiuole, panchine e aree verdi) salvando così parecchie decine di posti auto. Insomma, la partita non è ancora chiusa.