Nemi, gli archeologi di tutta Europa al santuario di Diana

Nemi, gli archeologi di tutta Europa al santuario di Diana
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Martedì 5 Agosto 2014, 18:42 - Ultimo aggiornamento: 18:44

Anche quest’anno sono in corso le ricerche archeologiche presso il santuario di Diana nella valle del lago di Nemi, sotto la direzione della dottoressa Giuseppina Ghini della Soprintendenza per i Beni Archeologici per il Lazio, dei professori Filippo Coarelli e Paolo Braconi per l’Universit degli Studi di Perugia e Francesca Diosono per la Ludwig-Maximilians Universitt di Monaco di Baviera.

Le ricerche proseguono grazie alla collaborazione del Comune di Nemi, che ha messo a disposizione mezzi e ospitalità agli archeologi e ai numerosi ragazzi presenti. I partecipanti sono studenti, laureati e dottorandi volontari provenienti da varie università Europee: dall'Italia (Perugia, Napoli, Pisa, Roma, Milano, Bologna, Venezia, Lecce), dalla Scuola Archeologica italiana di Atene, dalla Francia (Strasburgo, Lione e Parigi), dalla Spagna (Granada, Madrid, Salamanca, Saragozza), dalla Germania (Monaco di Baviera e Berlino).

Le ricerche dal 2009 si concentrano presso il tempio principale, dedicato a Diana, e hanno portato alla luce l’imponente struttura architettonica del tempio, caratterizzata da varie fasi edilizie di cui la ultima misura metri 28 x 20 conserva parte del muro di una facciata per un’altezza di più di 4 metri.

Inoltre è stato recentemente calcolato che l’intera superficie del santuario misura circa 3 ettari, di cui la quasi totalità è ancora da riportare alla luce. Inoltre numerosissimi sono i reperti rinvenuti, che danno informazioni di come avvenissero i riti nel santuario per un lungo arco di tempo che va dall’età arcaica a quella romana tarda, con un picco tra gli ultimi due secoli della repubblica ad i primi due dell’impero.

Proprio in questi giorni è stato edito dall’Erma di Bretschneider un volume contenente i risultati dei primi venti anni di scavi, mentre è previsto per il 30 agosto una giornata al Museo nazionale delle Navi romane di Nemi in cui saranno illustrate le ultime novità ed esposti preziosi reperti rinvenuti nelle ultime campagne di ricerche.

Nonostante i fondi per la ricerca e la tutela dei Beni Culturali siano ridotti notevolmente, le ricerche continuano grazie al lavoro instancabile dei volontari, anche per l’eccezionale importanza di questo sito archeologico, la cui storia e monumentalità non ha uguali per l’Italia antica: basti pensare che nel mondo si conoscono già 220 statue rinvenute nel santuario di Nemi in occasione degli scavi di fine Ottocento.

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