Al Circo Massimo un cantiere infinito
lavori a rilento tra degrado e incuria

Al Circo Massimo un cantiere infinito lavori a rilento tra degrado e incuria
di Laura Larcan
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 9 Ottobre 2013, 07:47 - Ultimo aggiornamento: 10 Ottobre, 19:13

La cancellata in ghisa aveva sostituito la rete per polli nel recintare tutta l’area archeologica della curva sud. Una terrazza si affacciava su quell’emiciclo dove duemila anni prima le quadrighe guidate dagli aurighi curvavano a tutta velocità sotto la cavea degli spettatori.

Era il dicembre del 2011 e con una cerimonia l’allora sindaco Alemanno inaugurava la nuova promenade mozzafiato sui resti del Circo Massimo, scortato dagli annunci che lo straordinario settore (l’unico conservato del monumento più celebre, imitato e depredato dell’antica Roma), al centro di un complesso intervento di scavo, avrebbe inaugurato nella primavera del 2013. Da allora, più nulla. La terrazza non è stata più accessibile, il cantiere è andato avanti. Ma ad oggi non sembra ci siano date per un rush finale da traguardo.

«Tutto a posto - commentano dagli uffici tecnici della progettazione dei lavori - Si va avanti nell’iter normale del cantiere. Al momento non c’è una pianificazione ma l’ipotesi è forse di aprire per il prossimo anno». Insomma, tra interventi di consolidamento e rilievi delle strutture antiche, non sembra esserci un’urgenza dettata da scadenze di cerimonie inaugurali. Tant’è che dall’entourage dell’assessore capitolino alla Cultura (che ha effettuato un sopralluogo al Circo Massimo il 2 settembre scorso) confermano che «al momento non ci sono novità». È lo strano caso del Circo Massimo, e soprattutto di quei resti dell’impianto sportivo e religioso nato, come tramanda la leggenda, con le corse introdotte da Romolo nella festa che si concluse con il ratto delle Sabine.

GRAFFITI

Il bello è che, a parte qualche operaio che si vede sui ponteggi, il perimetro del cantiere appare lasciato in uno stato di degrado. La terrazza oggi è tinteggiata del verde dell’erbetta selvatica, e i pannelli poggiano a terra con evidenti scollature. Il cartello ufficiale dei lavori sulla ringhiera è stato occupato da manifesti pubblicitari. Ma il coup de théâtre lo riserva la tabella dei lavori che si riesce a leggere tra i brandelli di carta. L’inizio del cantiere è annunciato per il 16 aprile del 2010, con 600 giorni di lavoro, il finanziamento di oltre 2,3 milioni di euro, e una conclusione fissata per l’8 dicembre 2011. Su via dei Cerchi spiccano i pannelli didattici completamente imbrattati di graffiti. E qui si scopre che c’è anche un sito internet ufficiale (www.circo-massimo.it) dedicato dal Comune di Roma al progetto di «riqualificazione ambientale e valorizzazione delle emergenze archeologiche». Il giornale multimediale dei lavori racconta le prime indagini del 2009, gli interventi del 2010 e si blocca all’aprile del 2011. Si sono, forse, dimenticati del Circo Massimo, nodo cruciale del sogno del grande parco archeologico di Roma? Ma l’area è davvero un tesoro. Nel febbraio del 2011 gli archeologi della Sovrintendenza annunciavano la scoperta di reperti che svelavano i segreti dei «ludi magni», tra taverne, pentole e monete. E dal Campidoglio si annunciava una delibera da 3,6 milioni. A dicembre, poi, veniva illustrato il progetto di visita tra gallerie, strade porticate e torre della Moletta, compresa la ricostruzione dell’Arco di Tito.

© RIPRODUZIONE RISERVATA