Travolse e uccise lo chef Narducci: «A processo per omicidio stradale»

Travolse e uccise lo chef Narducci: «A processo per omicidio stradale»
di Marco Carta
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Venerdì 24 Agosto 2018, 09:04 - Ultimo aggiornamento: 09:19

Lo scorso giugno con la sua automobile ha travolto lo scooter dello chef Alessandro Narducci, dopo aver guidato contromano sul lungotevere della Vittoria. Ora rischia di finire a processo per omicidio stradale semplice per aver violato il codice della strada. Così ha deciso la procura di Roma che, dopo aver chiuso le indagini, ha richiesto il giudizio immediato nei confronti di Fabio Feola, il 30enne revisore dei conti, originario della provincia di Caserta, che nella notte tra il 21 e il 22 giugno causò con la sua Mercedes Classe A la morte del giovane chef Narducci e della sua amica e collega Giulia Puleio. Per il procuratore aggiunto Nunzia D'Elia le prove raccolte dal pm Pietro Pollidori avrebbero accertato le colpe di Feola, a cui non sarà contestata l'aggravante della guida in stato di ebbrezza. Le analisi tossicologiche effettuate sul suo sangue, disposte dalla procura, non hanno infatti evidenziato tracce fuori dalla norma di alcool o di altre sostanze stupefacenti. Feola, che viaggiava contromano, è ritenuto colpevole di aver violato il codice della strada, causando così l'incidente mortale in cui hanno perso la vita i due giovani chef. E rischia, in caso di condanna, una pena fra i 2 e i 7 anni di reclusione.

I TESTIMONI
Ad inchiodare il giovane revisore dei conti, che la notte dell'incidente venne ricoverato in codice rosso presso l'ospedale Gemelli, sono state tre distinte testimonianze, ritenute tutte attendibili dagli inquirenti, che inizialmente avevano trovato non poche difficoltà nel decifrare le diverse fasi dello scontro mortale. Sull'asfalto del lungotevere della Vittoria, infatti, non erano stati riscontrati segni di frenata. Inoltre i caschi di Narducci e della Puleio vennero ritrovati a distanza notevole dal presunto punto di scontro. Le dichiarazioni dei tre testimoni oculari, però, hanno permesso agli inquirenti di ricostruire l'esatta dinamica dell'incidente: un anziano residente del posto, un ciclista e una donna di 40 anni, che ha assistito come gli altri all'incidente. Tutti quanti avevano assicurato ai vigili del VII Gruppo, intervenuti sul posto quella notte, di aver visto la Mercedes Classe A guidata da Feola procedere contromano sulla carreggiata occupata regolarmente dallo scooter di Narducci per poi travolgerlo. Un urto violentissimo, prima di schiantarsi contro altre tre auto in sosta, una Scenic, una Fiesta, e una Audi Q3.

Feola, rispondendo pochi giorni dopo l'incidente alle domande del pm Pollidori, aveva assicurato di non essersi messo al volante in stato di ebbrezza: «Ho bevuto solo un bicchiere di vino». Senza però dare alcuna spiegazione dell'incidente: «Non correvo. Andavo piano. Poco prima mi ero fermato ad un semaforo rosso. Ricordo solo un'ombra che mi è piombata addosso. E poi un boato». Quell'ombra nell'oscurità era lo scooter Sh di Narducci, il giovane chef allievo di Heinz Beck. A bordo con lui c'era anche la sua amica e collega Giulia Puleio. Con lei condivideva la passione per la cucina, oltre a mille sogni per il futuro. Lui 29 anni, lei 25. Entrambi giovani, quella sera persero la vita, travolti da un'auto contromano.

 
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