Buche, alberi e trasporti lumaca: così la macchina si è inceppata

Buche, alberi e trasporti lumaca: così la macchina si è inceppata
di Lorenzo De Cicco
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Mercoledì 17 Ottobre 2018, 08:51
Trasporti, rifiuti, investimenti a singhiozzo o impantanati del tutto. Nella loro assemblea generale, gli industriali del Lazio hanno lanciato fendenti mirati ai settori su cui il Campidoglio aveva promesso un rilancio e che invece a distanza di due anni e mezzo mostrano i segni di una tormentata impasse. Nel mirino ci sono le scelte - o le mancate scelte - della politica, di chi insomma tiene le redini di una macchina burocratica ciclopica quanto impaludata, 24mila dipendenti più altri 20mila nelle società partecipate, un bilancio miliardario che però, spesso, non riesce nemmeno a essere speso. L'anno scorso, per dire, il Comune di Roma è andato in overshooting di 500 milioni di euro, cioè non è riuscito a investire soldi che aveva nel proprio forziere grazie al finanziamento dello Stato.
Il caso emblematico sono i maxi-appalti per il verde pubblico, due commesse da 4 e 5 milioni di euro pensate per il Giubileo della Misericordia, che si è celebrato ormai tre anni fa. Solo per arrivare al bando si è dovuto aspettare l'aprile del 2017 e da allora la gara è rimasta inceppata negli uffici del Comune, tra slittamenti ed errori nelle commissioni aggiudicatrici. Nel frattempo gli alberi continuano a venire giù alla prima folata di vento e basta un banale acquazzone per causare incidenti in sequenza, anche con feriti. Da inizio anno si sono registrati già 178 crolli, nel 2017 erano stati solo 41. Ora la giunta ha deciso di correre ai ripari, per evitare, c'è scritto in una delibera votata in gran segreto pochi giorni fa, che sia «danneggiata l'immagine della città». Si è deciso, in sostanza, di commissariare i dirigenti del Dipartimento Ambiente, un pool di esperti della direzione generale del Campidoglio seguirà le gare per tentare un'accelerata.

GLI INVESTIMENTI
C'è poi il capitolo investimenti, che fa quasi sorridere pensando che il Comune oggi non riesce nemmeno a riparare le buche in tante strade. Le richieste di risarcimento per gli incidenti, secondo una recente stima, quest'anno dovrebbero arrivare a quota 15 milioni di euro, 8 in più rispetto all'anno scorso. Il «Piano Marshall» pomposamente annunciato dall'assessorato ai Lavori pubblici, dalle chiazze di bitume che si vedono sulle strade, assomiglia molto ai vecchi, economici rattoppi di cui ci si lamentava in passato. E dei 10 piani di rilancio avanzati al Tavolo per Roma dell'ex ministro Calenda, 9 si sono persi per strada.

Sui trasporti, l'Atac si è rimessa in carreggiata sul lato finanziario - il presidente Paolo Simioni a fine luglio ha incassato il via libera del Tribunale al concordato - ma sul fronte del servizio il gap da recuperare con le altre grandi capitali occidentali rimane molto ampio. Nei primi 6 mesi del 2018 sono saltati quasi 8 milioni di chilometri di corse rispetto a quanto programmato nel contratto di servizio, anche perché i bus restano tra i più vecchi d'Europa (227 nuove navette arriveranno dall'aprile del 2019). Come per i conti, anche per la qualità del servizio la strada del risanamento ha bisogno di tempi lunghi. Ieri dall'azienda è arrivato un segnale, con la sostituzione dei due responsabili delle divisioni Bus e Metropolitane (arrivano Sabrina Bianco e Claudio Scilletta). Nel frattempo i romani, come ha ricordato anche ieri il leader di Unindustria, Filippo Tortoriello, continuano a bocciare i servizi in tutte le rilevazioni dell'Agenzia comunale di controllo. Qualcosa vorrà dire.
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