Roma, Di Maggio capo dei vigili: «Agenti di quartiere stile Usa, riempirò subito i gabbiotti»

Roma, Di Maggio capo dei vigili: «Agenti di quartiere stile Usa, riempirò subito i gabbiotti»
di Lorenzo De Cicco
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Venerdì 16 Marzo 2018, 07:52
«Il soprannome di sceriffo lo avete inventato voi giornalisti, a me non piace neanche, non mi ci riconosco», dice Antonio Di Maggio, classe 1952, da 35 anni con la divisa di vigile urbano, «e sempre su strada eh... lo sanno tutti», ora che ce l'ha fatta. È arrivato in cima alla piramide, può appuntarsi le controspalline con la stelletta dorata e rossa, quella del comandante generale della polizia di Roma Capitale. C'è l'orgoglio - «sono onorato dell'incarico, ringrazio la sindaca Raggi» - ma anche la consapevolezza che la missione è difficile: «Dobbiamo recuperare un rapporto positivo con i cittadini», promette, non va oltre, ma pare consapevole che il sentiment tra i romani e i pizzardoni si sia un po' incrinato negli ultimi lustri, rimane l'ombra cupa dello scandalo del capodanno 2015, con le assenze di massa e i turni scoperti, la figuraccia mondiale.

Da dove si riparte, comandante?
«Due cose, la prima: il rapporto con i cittadini. La seconda: dobbiamo tornare in strada».

Questo, ci conceda, è un annuncio che hanno fatto anche i suoi predecessori. Come si mette in pratica, pensando anche alle reazioni di certi sindacati?
«Io faccio un ragionamento: oggi avere 1.500 agenti su 5.500 che si occupano dei cosiddetti servizi esterni, della viabilità insomma, è troppo poco. Noi nasciamo come polizia stradale, quindi dobbiamo essere lì. Parlerò con i dirigenti, i funzionari e le parti sociali che svolgono un ruolo fondamentale. Faremo gioco di squadra e ci saranno risultati visibili. Io queste cose le posso fare, perché sono sempre stato in strada. Poi mi faccia dire un'altra cosa».

Prego.
«Oggi gli agenti del Corpo sono pochi. Grazie a questa giunta, che ha sbloccato il famoso concorsone impantanato da anni, arriveranno 300 agenti a breve...».

Quando?
«Entro l'estate, credo. Ma poi questa amministrazione si sta impegnando per ottenere altre assunzioni ancora, è fondamentale».

Torniamo al rapporto con i cittadini da migliorare. In che modo?
«Penso a un funzionario, un responsabile di quartiere o di più quartieri, che stia in strada, dia il biglietto da visita ai cittadini, come si vede nei telefilm americani. Un agente, per farla breve, che prenda in carico i problemi delle persone, diventi un punto di riferimento».

A proposito, parliamo dei gabbiotti disseminati dieci anni fa per le strade di Roma; da dieci anni sono vuoti...
«Lo so, così sono inutili. All'epoca venne fatta una mappatura strategica, non sono luoghi a caso. Quindi è giusto che siano pieni, penso a piazza Vittorio per esempio».

Dicevamo del soprannome di sceriffo. Forse qualcuno la chiama così per la sua linea dura contro gli abusivi e perché porta la pistola...
«Non diciamo sciocchezze. La pistola di servizio la portano tanti colleghi, nel cinturone, speriamo che non serva mai. È uno strumento di lavoro, stop».

Come si contrastano gli abusivi, al netto degli slogan facili di cui si sente parlare da anni?
«Questa giunta ha messo tra le priorità la lotta al degrado. E noi ci impegneremo al massimo in questa direzione. Collaboreremo con la Prefettura per le azioni di sgombero, c'è già un ottimo rapporto».

E il Daspo urbano introdotto dal decreto Minniti? Ci sarà un'accelerazione?
«Già in un anno lo abbiamo richiesto per oltre 200 parcheggiatori abusivi. Non sono pochi. Andremo avanti, questa è la linea ».

Ci dica la verità: che fine ha fatto il nuovo Regolamento della polizia urbana, a cui ha molto lavorato il suo predecessore, Diego Porta?
«Porta ha fatto un grande lavoro, penso che il regolamento sia in dirittura d'arrivo ormai. Ci saranno i divieti permanenti contro i centurioni, ci sarà l'anti-alcol. Siamo pronti per la svolta».
 
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