Radicali dicono no alla coalizione con il Pd, salta la stampella europeista

Radicali dicono no alla coalizione con il Pd, salta la stampella europeista
di Claudio Marincola
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Lunedì 30 Ottobre 2017, 11:17
«Siamo pronti ad andare alle urne ma da soli», ha gelato le aspettative dI Matteo Renzi, Riccardo Magi, segretario dei radicali italiani aprendo il XVI congresso del partito. Se la mission era dunque creare le condizioni per costruire il polo europeista - la cosiddetta stampella al Pd - il tentativo è fallito. I pontieri intenti a mettere insieme le tante galassie laiche della famiglia liberal dovranno ripartire da zero. La prima tappa per mettere in coalizione gli europeisti, la convention sugli Stati Uniti d’Europa dell’Ergife, si è conclusa ieri con un nulla di fatto.

La prima a essere perplessa sulla coalizione era Emma Bonino. «Come le raccogliamo in un mese 55 mila firme, magari in pieno inverno sotto la neve?  Non ci sono i tempi tecnici», aveva scrollato le spalle in attesa del taxi che l’avrebbe portata a Torre Argentina, la sede storica dove vive da separata in casa, quasi un’estranea.

Il nodo vero è tutto politico. L’Europeismo del pd non è lo stesso che anima i seguaci di Marco Pannella, a cominciare dall'eventuale collocazione del gruppo europeo. Nella relazione introduttiva il segretario Magi ha esternato tutte le sue perplessità sull’alleanza con il pd dicendosi indisponibile a una «lista civettuola». 

E la Bonino? Anche lei è perplessa. «Non vuole metterci la faccia», dice un iscritto che vive a Londra e si è intrattenuto a lungo a parlare con lei prima di ripartire. Inefficace il collante del federatore Giuliano Pisapia, ormai in silenzio stampa, in attesa di sapere cosa accadrà dopo il voto siciliano del prossimo 5 novembre.

Sandro Gozi invece la faccia ce l’ha messa, eccome. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, che ha la delega agli Affari europei, è stato l’unico a violare il tabu imposto a tutti gli oratori: non parlare di liste e di elezioni. «Spero che nel  2018 - si è rivolto alla sala dell’Ergife strapiena - ci sarà un’alleanza il più ampia possibile  con tutti i partiti che vogliono condividere la scelta europea, a destra e a sinistra del pd, sopra e sotto il pd».

La Bonino però non ha raccolto. «Il tuo intervento non ci ha entusiasmato», non ha esitato a replicare la leader radicalei. «I velisti sanno bene - la sua metafora - che quando il mare è in burrasca non si scende dalla barca. La barca malandata non si abbandona, basta picconarla». Riferimento a quanti pur di compiacere le folate l populiste «rischiano di affondarla la barca». «Finora gli Stati membri hanno potenziato il Consiglio europeo anche forzando in alcuni casi i suoi poteri ma con 150 miliardi di bilancio europeo ci vogliamo fare difesa, e politiche sociali? Ma di che stiamo parlando?».  

Romano Prodi invece ha scelto un videomessaggio ma ha voluto esserci. Ha bacchettato la Farnesina che dopo il caso Regeni «non avrebbe dovuto rompere le relazioni con l’Egitto». Ha accusato l’Europa di essere «chiusa in sè» mentre per avviare un «piano Marshall Ue» serve rafforzare il legame con la Cina. Per l’ex presidente della Commissione Ue è necessario cambiare gli equilibri, «Macron può aiutare l’Europa a tornare un coro». Oggi la secponda giornata del congresso radicale, domani le conclusioni.




 
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